Davide Canavesio, CEO Saet Group, ex Presidente Gruppo Giovani Industriali, anima di Rena, Yes4To, Torino Strategica, imprenditore vulcanico ed esplosivo motore del cambiamento torinese, ci racconta la sua prima maratona di New York. Preparata in due mesi di telefonate con Vitalia nei i ritagli di un’agenda fitta fitta; nel cuore la Grande Mela e una convinzione: le idee hanno bisogno di correre. Ed arrivare al traguardo. Davide Canavesio

Azienda, associazioni, fidanzata, amici. Vivi di corsa o corri da sportivo?

Sono cresciuto giocando a calcio e a tennis, mi piace sciare: in generale ho un ottimo rapporto con la fisicità. Mi sono sempre considerato uno sportivo ma purtroppo il mio lavoro adesso mi lascia pochi spazi per allenarmi: mi è rimasto il golf, che almeno mi costringe a camminare tanto.

Ti piacciono gli sport individuali.

Sì. Sono sempre in mezzo alla gente e nel golf devi stare con te stesso, in silenzio e con concentrazione altissima. Mi aiuta a svuotare la mente e compensare un po’. Come la corsa.

Qual è il tuo percorso di podista?

Ho appena cominciato: lo scorso anno mi sono iscritto alla maratona di NY. Partivo da zero. Mi sono allenato, sono salito su un aereo, l’hanno annullata e sono tornato indietro. Allora mi sono iscritto a quella di Torino e ho concluso i miei primi 42 km in 4h16′. Poco dopo ho smesso di correre e ho riniziato il 2 settembre: ho un appuntamento in sospeso con NY!

Si può preparare una maratona in due mesi?

Non ho velleità agonistiche: la mia unica sfida è arrivare al traguardo. Vorrei capire se posso finirla! E poi godermi la festa: vado con la mia fidanzata e alcuni amici. Sono giorni di riposo e famiglia.

Come ti sei allenato?

Ho passato due mesi di vita religiosa: niente alcool, niente Toscanelli (i miei amati sigari), nutrizione rigorosa. Solo per la maratona si possono fare sacrifici così!

Che sostegno ti ha dato Vitalia?

Con il dott. Massarini abbiamo pensato un piano di sedute da adattare ogni giorno in base ai miei impegni. Mi sono limitato alla corsa perchè non avevo abbastanza tempo per integrarla con la ginnastica. Prima di cominciare mi sono sottoposto a un test del lattato, poi ho corso 3-4 volte alla settimana tra gli 8 e i 12 km in maniera diversa. Nei week end mi sono tenuto i lunghi, in una serie crescente da 12 a 30 km: 12, 16, 20, 26, due volte i 28, poi i 30 due settimane fa. Da allora la fase di scarico, con qualche sgambata ma nulla di più. Il dott. Massarini ha seguito i miei progressi grazie alla piattaforma Garmin Connect.

Cioè?

Dopo ogni corsa caricavo i dati del mio Garmin sul mio profilo e li condividevo con Massarini. Così lui poteva analizzarli e modificare il programma ad hoc. E’ nata un’ottima collaborazione: ci siamo sentiti al telefono quasi quotidianamente, senza bisogno di incontrarci!

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Che cosa farai da lunedì?

Mi riprometto di continuare a correre!

Ti sei occupato di giovani per l’Unione Industriale e continui a farlo in altre realtà. Quanto conta lo sport nella formazione di un ragazzo?

Credo che abbia ancora una funzione educativa. E’ fondamentale sia nella crescita sia quando da adulti bisogna imparare a districarsi tra mille cose. Lo sport insegna la disciplina: una marcia in più per i ventenni che oggi sono in difficoltà a causa della crisi. E poi non è solo svago, è un’occasione per cambiare prospettiva: soprattutto nei momenti complicati trovare quell’ora per stare in pace con se stessi serve a liberare la testa…

Torino sarà capitale dello sport nel 2015. Da imprenditore, che cosa vorresti per la tua città?

Torino ha vissuto i fasti con le Olimpiadi, ma adesso bisogna dare continuità. Non bastano i singoli eventi: bisogna costruire un circuito di iniziative, un “sistema sport” che proponga un’offerta sempre interessante. Vedo che nel settore running qualcosa si muove, ma manca un progetto integrato. Si scelga un filone e si provi a svilupparlo a 360°, nelle sue varie fasi. Un po’ come si sta facendo con il cinema: dal museo al TFF, alle riprese, alla post produzione: turisti e imprese hanno motivi per visitarci e investire! Guardiamo al modello newyorkese: si sono specializzati nel settore e oggi la maratona muove centinaia di migliaia di persone.

Che ricordo hai di Torino 2006?

Lavoravo all’estero e sono tornato apposta per andare allo stadio alla cerimonia d’apertura dei Giochi. La cosa che mi ha stupito più di tutto? I volontari che ti abbracciano. I volontari delle Olimpiadi sono migliaia di cittadini, tra cui tantissimi giovani, che si impegnano gratis per un progetto. Che bello vedere una cittadinanza attiva!

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[message type=”info”] Speciale World Master Games – Andrea non si ferma mai. Su Facebook lo dice così: “Go, go, go!”. È il ritornello che accompagna le foto delle sue gare. Ma quando si allena niente musica: “mi piace sentire il mio corpo. E stare bene”.[/message]

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Domani ti attende la mezza maratona. Come stanno andando i tuoi WMG?

Sono contento: la sfida era vedere se riuscivo a fare tutto. Ho cominciato sabato scorso con il duathlon, poi i 5000m, poi i 10000m e domani l’ultima tappa. Il recupero è stato ottimo e sono soddisfatto delle mie prestazioni: ho corso i 5000 in 20’ 53’’, insomma sotto la soglia dei 21’, il mio miglior tempo fino ad allora. Il duathlon è stato un’altra piccola vittoria: pedalo da appena un anno, pensavo di arrivare ultimo. Invece ho strappato un piazzamento a metà classifica.

Da quanto tempo corri?

La mia carriera sportiva è molto breve: fino al mio quarantesimo compleanno non avevo mai praticato nessuno sport. Ero in sovrappeso, nonostante avessi già perso chili con la dieta, e i miei esami del sangue allertarono la dottoressa: avevo bisogno di muovermi.

Pronti via.

Ricordo che un sabato ne parlai con mia moglie. Le chiesi un consiglio, lei non ebbe dubbi: “Costa poco e puoi cominciare subito: comprati un paio di scarpe da ginnastica e vai a correre!”. La domenica andai da Decathlon, il lunedì indossai le scarpe. Per due mesi ho lavorato così: 5 minuti di corsa e 5 di camminata.

Il peso diminuiva e la passione cresceva.

È stato un colpo di fulmine: non avrei mai pensato di innamorarmi! Oggi ho 43 anni (ndr – è nato nel 1970), 15 kg in meno e non posso passare più di una settimana senza correre: mi serve per stare bene con me stesso!

Sarà contenta tua moglie…

Ha molta pazienza. Mi ha sostenuto tantissimo e mi viene a vedere a tutte le gare, trasferte comprese. Infatti dopo i WMG ho promesso di portarla in vacanza e staccare per un po’…

Quanto ti alleni di solito?

Corro tre volte alla settimana e dedico il giorno di riposo alla bici. Uso la pausa pranzo per andare al Valentino, con cambi rocamboleschi in auto (non ho un posto dove farmi la doccia e devo arrangiarmi come posso) prima di tornare in ufficio.

bici

Qual è stata la cosa più difficile all’inizio?

Ritagliarmi del tempo. Staccare dalla routine casa-ufficio-spesa-casa-ufficio… Mia moglie ed io eravamo piuttosto pigri e sedentari: con la mia corsa abbiamo cambiato vita. Io riesco ad organizzarmi bene, lei si è messa a dieta con me. E poi abbiamo ripreso a nuotare: per me in realtà si tratta di una nuova sfida, perché non ne sono mai stato capace. Pochi mesi fa ho deciso di imparare e così ogni quindici giorni andiamo in piscina. Mia moglie è in gran forma!

Tu lo fai per il mare o pensi al triathlon?

Il triathlon è il mio sogno nel cassetto! Ma è un traguardo ancora molto lontano. Per ora voglio lavorare sulla maratona.

Nei hai già corse?

Ho partecipato a quella di Roma a marzo. Mi sono preparato per mesi intensificando le sedute (una in più, quattro alla settimana) ma comunque sono arrivato al fondo della gara distrutto. Ero commosso, un’emozione straordinaria, ma il mio orribile 4h 16′ aspetta di essere abbassato a Torino, il prossimo novembre.

In due anni da 5 minuti a 4 ore non è male.

Ho fatto passi da gigante! Ed è proprio vero che non è mai troppo tardi né troppo difficile cominciare uno sport. Ce la possiamo fare tutti.

Con chi ti alleni?

A marzo ho conosciuto i ragazzi di Base Running e frequento i loro allenamenti collettivi all’una. Siamo una squadra straordinaria: Corrado Vinesia, Roberto Prete, Lorenzo Bertoldini, Alessandro Iacovelli, Paolo Loggia… Con loro ho fatto il salto: da solo non riuscivo a schiodarmi dai miei 5’ e 20’’ al km. Era come se il mio corpo si fosse abituato.

team b running

Il gruppo ha una marcia in più.

Anch’io, che sono un solitario, mi sono convinto. L’entusiasmo degli altri mi ha contagiato: sono migliorato tantissimo. E poi nel nostro team ci sono atleti esperti come Alessandro Giannone e Viviana di Fiore, che mi ha accolto e seguito da subito: con i suoi consigli non potevo che crescere. Lei e Alessandro, insieme agli altri (Andrea Di Giuseppe, Fabrizio Voltolini, Saverio Della Donna) sono i miei punti di riferimento: il confronto con loro mi permettere di puntare sempre più in alto.

Il tuo obiettivo alla maratona di Torino?

È molto, molto ambizioso. Vorrei farcela in 3h 30′: ci proverò con il sostegno del dott. Massarini. Sono stato da lui per la visita medica agonistica e per il test del lattato, poi mi ha seguito per una settimana a distanza: mi ha assegnato dei test da svolgere indossando il mio Garmin e ha monitorato i risultati sul mio profilo Garmin online. Quelle prove hanno confermato i dati ottenuti in laboratorio e così ha potuto tracciare un quadro medico sportivo molto preciso. Dopo la pausa costruiremo insieme la preparazione per la maratona.

Puoi iniziare dagli esercizi che trovi sul nostro canale di Youtube…

Li sto già provando! Sono belli ed è molto utile la dimostrazione video che avete postato. Mi piacciono anche gli articoli del blog: sono semplici, concreti e affidabili, perfetti per chi come me è appassionato ma ancora alle prime armi. Nella rete è pieno di gente che scrive cretinate: è importante farsi indirizzare bene e non lasciarsi fregare!

Chi è il tuo podista preferito?

Orlando Pizzolato, vincitore di due maratone di New York (1984 e ‘85): per me tutto è partito dal suo libro. Quest’anno ho avuto l’onore di conoscerlo perché ho seguito uno stage ad Asiago con lui. Lo stimo tantissimo come atleta e come divulgatore: il suo “Correre” è un capolavoro, è scritto bene ed è estremamente diretto e “terra a terra”. Non mi stanco mai di rileggerlo e ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Pizzolato è un esperto che sa di parlare a neofiti: ti avvicina alla corsa e lo fa con un tocco tecnico. Ti aiuta a capire quanto sei bravo e quanto sei in grado di correre, ti dà indicazioni e consigli con tabelle utilissime. E dopo la lettura non ti resta che mettere in pratica.

Go! Go! Go!

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