Questa è la settimana della donna e a noi di Vitalia piace mettere l’accento sul come e perché l’esercizio faccia bene nella prevenzione e nella cura di alcune patologie femminili.

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Tumore al seno

Questa patologia, purtroppo molto diffusa e, per fortuna, in molti casi curabilissima può essere efficacemente combattuta oltre che con terapie chirurgiche e farmacologiche, con l’esercizio fisico e la corretta alimentazione.

Il movimento è di dimostrata efficacia sia nella prevenzione primaria – evitare che la patologia insorga – sia in quella secondaria – evitare che la patologia ricompaia dopo essere stata trattata.

Per quanto riguarda la prevenzione, numerose ricerche scientifiche dimostrano che un programma di 30’ al giorno di camminata permetta di prevenire l’insorgenza della neoplasia specie se associato a una dieta povera di zuccheri raffinati e di carni rosse e ricca di fibra, proteine vegetali e frutta. In particolare, l’obiettivo dell’alimentazione è limitare i picchi di glicemia che sembrerebbero associati al rischio di sviluppare la patologia neoplastica.

E’ interessante sottolineare che durante il trattamento chemioterapico e radioterapico, le pazienti che continuano a svolgere attività aerobica e esercizi per il miglioramento della forza hanno dimostrato maggiore resistenza e capacità di ripresa rispetto alle pazienti inattive (articolo scientifico di riferimento). Ovviamente l’esercizio dovrà essere adattato alla capacità funzionale di ogni singola paziente.

Osteoporosi

Le donne che hanno fatto sport in età puberale e che continuano a farlo nella vita adulta hanno molte meno probabilità delle sedentarie di sviluppare osteoporosi nell’età post-menopausale. Ciò è dovuto al fatto che la forza muscolare e le tensioni sviluppate dal muscolo sull’osso ne aumentano la solidità attraverso una maggior attività delle cellule che depongono matrice ossea, gli osteoblasti.

Gli sport in cui c’è un ripetuto impatto con il terreno, come la corsa, il tennis, il basket, la pallavolo, la camminata, sono quelli più efficaci nello sviluppare il picco di massa ossea in età giovanile e nel prevenirne la perdita in età avanzata. Gli esercizi con i pesi sono indicati in quanto, rinforzando la muscolatura, contribuiscono ad incrementare la tensione che i tendini trasmettono alle ossa e ciò serve a mantenere la compattezza della struttura.

Una maggiore compattezza dell’osso previene inoltre il rischio di fratture che, nella donna anziana, rappresentano una complicanza molto frequente delle cadute (articolo scientifico di riferimento).

Infine, anche in questo caso bisogna parlare di alimentazione. Diete povere di vitamina D e calcio favoriscono l’instaurarsi della patologia e così pure l’assunzione di alcool ed il fumo di sigaretta.

Dove si può fare esercizio-terapia a Torino?

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Si può non diventare diabetici, si possono prevenire le complicanze del diabete.

Nel 2003 (poi sul Lancet nel 2006) veniva pubblicato uno degli studi scientifici più importanti nell’ambito della prevenzione del diabete di tipo II: il DPS (Finnish diabetes prevention study). 

Il lavoro era basato sui dati di pazienti con rischio di sviluppare NIDDM (“Non insulin dependent diabetes mellitus” o Type II Diabetes), cioè di età 40-64, sovrappeso e con alterazioni della curva glicemica. I risultati dimostrarono che il gruppo che seguiva un programma basato sulla riduzione dell’apporto calorico (basso livello di grassi saturi) e sull’esercizio fisico aveva maggiori possibilità di NON sviluppare la patologia rispetto a coloro che invece assumevano farmaci antidiabetici.

La portata scientifica di questa pubblicazione è stata grandissima ed ha innescato molti altri studi che negli ultimi dieci anni hanno reso inequivocabile l’importanza di uno stile di vita attivo per prevenire e curare il diabete tipo II con positivi impatti anche di tipo economico: curare attraverso l’educazione al movimento ed alla corretta alimentazione fa risparmiare molti soldi rispetto alle cure farmacologiche.

Nel 2005, il prof De Feo ha quantificato tali risparmi in un bellissimo lavoro scientifico pubblicato da Diabetes care concludendo che camminare per 4 km al giorno portava ad un risparmio di 550€ /anno di spesa sanitaria.

Le evidenze mediche sono quindi imponenti, eppure, ancora oggi, il percorso per avviare le persone con diabete ad un programma di esercizio fisico è affidato all’iniziativa personale dei medici e non è inserito nelle prestazioni mediche.

Cosa dovrebbe fare chi vuole migliorare la propria situazione? La risposta scientifica ci viene da un altro studio condotto tra il 2006 ed il 2007 in oltre 20 strutture dislocate sul territorio nazionale. Il protocollo della ricerca prevedeva che i pazienti svolgessero esercizio aerobico al 70% dell’intensità massima per 40-45 min. / 2 volte sett. in associazione ad esercizi di forza muscolare contro resistenza.

Ad un anno di distanza, i risultati hanno dimostrato che i parametri fisiologici dei partecipanti erano sensibilmente migliorati e che il livello medio della glicemia era anch’esso sceso, segno di un migliorato metabolismo delle cellule muscolari.

Ma proviamo a spiegare perché il movimento, sia quello aerobico che quello di forza, è così vantaggioso per il diabetico. In questa patologia, l’insulina -l’ormone che abbassa il livello di zucchero nel sangue – viene normalmente immessa in circolo. Il problema è che le cellule muscolari, dentro le quali dovrebbe essere immagazzinato lo zucchero del sangue, sono insensibili ad essa. Grazie all’esercizio invece, si aumenta la sensibilità della cellula muscolare verso l’insulina e questa può quindi far sì che lo zucchero entri nelle cellule stesse.

Gli effetti positivi dell’esercizio aerobico durano 48-72 h mentre quelli dell’esercizio di forza durano poche ore ma comunque la sommazione dei due meccanismi provoca miglioramenti stabili nel tempo.

Buon esercizio a tutti.

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Forse è il momento di sfatare il luogo comune del “magro è sano”.

Lo studio condotto da Steve Blair, il più illustre epidemiologo di questi anni, su migliaia di soggetti ha dimostrato l’importanza di avere un buon livello di forma fisica per evitare di incorrere in malattie cardiovascolari, ortopediche, metaboliche oltre a diverse forme di tumore.

L’efficienza aerobica, in particolare, è statisticamente più importante del grasso corporeo o di valori di pressione elevati rispetto a tutte le cause di morte.

Che cosa significa?

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Semplicemente che è più a rischio una persona magra e sedentaria di una persona con qualche chilo in più ma che pratichi regolarmente esercizio aerobico e che quindi abbia un buon livello di fitness.

Sicuramente questo messaggio non deve giustificare gli eccessi a tavola, ma deve piuttosto enfatizzare il ruolo protettivo del movimento per moltissime patologie che si stanno diffondendo grazie anche all’invecchiamento della popolazione. Del resto le evidenze dell’efficacia terapeutica dell’esercizio aerobico e di rinforzo muscolare nel diabete di Tipo II, nel tumore al seno e nell’osteoporosi sono ormai conclamate.

Ma i benefici del movimento non si fermano qui e si estendono alla depressione clinica ove è dimostrato che camminare 180 minuti/settimana di buon passo riduce la sintomatologia clinica nel 45% dei pazienti. Gli esempi potrebbero essere ancora molti e toccare patologie come l’insufficienza coronarica e l’ictus.

A livello sociale è importante sottolineare l’impatto economico del farmaco “esercizio fisico”. Si è visto che camminare o andare in palestra comporta un notevole risparmio rispetto all’assunzione di farmaci. In un Paese come l’Italia, dove l’età media sta crescendo costantemente, la prevenzione e la cura delle patologie con l’esercizio possono veramente rappresentare un punto cardine della riduzione della spesa sanitaria.

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L’anno scorso avevamo affrontato il tema dell’allenamento muscolare del podista. In questi dodici mesi ci siamo ulteriormente convinti dell’importanza di tale lavoro nell’ottica del miglioramento della performance, della prevenzione degli infortuni e del recupero dagli infortuni.

Il concetto su cui ci stiamo muovendo è quello dell’allenamento delle abilità motorie: un concetto semplice e rivoluzionario al tempo stesso. Si tratta infatti di spostare il paradigma dell’allenamento che finora aveva avuto il muscolo al suo centro e mettere invece il movimento o i movimenti in primo piano.

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In pratica l’allenamento delle abilità motorie ripercorre lo sviluppo delle capacità motorie dall’età neonatale fino all’adolescenza. Si parte dalla posizione prona statica, si passa a quella dinamica (il gattonamento), ci si alza in piedi e, dalla posizione verticale, ci si comincia a muovere. Durante le varie fasi si ricerca costantemente il controllo del core (i muscoli intorno alla vita) e si modificano i punti di appoggio rendendo gli esercizi progressivamente più difficili.

Proseguendo nell’allenamento si introducono altre variabili come la tridimensionalità del movimento e l’uso dei sovraccarichi che aumentano il lavoro necessario a stabilizzare la postura.

Il programma si sviluppa passando da una fase all’altra con i tempi di progressione legati alle capacità di apprendimento individuali.

Qual è lo scopo di tutto ciò? Quello di allenare la muscolatura ed il sistema nervoso che ne comanda le azioni a lavorare in modo sinergico mantenendo stabile il baricentro corporeo e controllando i movimenti di torsione-flessione-estensione del tronco che si succedono ad ogni appoggio.

Qui di seguito un blocco di esercizi specifici per il podista.

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La salute dell’individuo deve essere basata sulla prevenzione e la prevenzione deve essere attuata anche e soprattutto nel luogo di lavoro, ovvero dove la maggior parte di noi passa la quantità di tempo più importante della giornata.

Con questa consapevolezza Vitalia ha messo a punto un innovativo check up che viene svolto sul luogo di lavoro in poco più di mezz’ora e che è in grado di fotografare con precisione la situazione del collaboratore.

Funziona così.

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Coloro che aderiscono, la mattina prestabilita si presentano a digiuno per la misurazione di glicemia e colesterolo.

Quindi si raccolgono le informazioni relative alla storia clinica della persona, si misurano peso e massa grassa distrettuale, circonferenza vita e volumi e flussi polmonari con spirometria.

Si passa quindi alla valutazione kinesiologica per individuare eventuali squilibri posturali che potrebbero causare l’insorgenza di patologie della schiena e della spalla, le zone più a rischio per chi svolge un’attività sedentaria.

Infine, il check up prevede misurazione della pressione, visita clinica ed un innovativo elettrocardiogramma che permette di individuare il livello di stress sul sistema cardiovascolare.

Al termine, viene consegnato ad ognuno un dettagliato referto con i dati personali, i suggerimenti per modificare gli eventuali fattori di rischio ed un piano di esercizio personalizzato.

Il servizio, partito da 5 anni, è stato già effettuato presso Nokia, DeAgostini, Utet, Maire Engineering ed ora Edison .

In tempi di crisi, l’investimento sulla prevenzione è vincente.

La settimana scorsa un prestante signore giapponese di 80 anni si è permesso di scalare gli 8848 metri dell’Everest.

Questo fatto di cronaca ci lascia senza parole ma deve essere contestualizzato al giorno d’oggi.

Yuichiro Miura, classe 1933.

Abbiamo un Presidente della Repubblica di 88 anni, un Papa, Benedetto XVI, che ha lasciato il suo pontificato ad 86 anni e in ogni campo, dall’arte alla scienza, allo spettacolo, sono molti gli ottuagenari che continuano a stupirci per qualità e capacità personali.

È vero, lItalia ed il Giappone sono i paesi in testa alle graduatorie mondiali per longevità ed età media della popolazione ma, a parte ciò, dobbiamo considerare che la definizione di anziano deve essere ripensata e collegata a capacità fisiche e mentali piuttosto che a fattori anagrafici.

Nello sport è perfettamente normale imbattersi in cinquantenni, sessantenni e più che continuano a praticare podismo, ciclismo, nuoto, sci e alpinismo con livelli prestativi superiori a quelli di molti trentenni.

Ma quali sono i segreti per arrivare in forma all’età in cui una volta si viveva tra poltrona e letto?

  1. Essere magri: moltissime ricerche mediche evidenziano come il tessuto adiposo in eccesso rappresenti il fattore favorente all’instaurarsi di patologie cardiovascolari, diabete e tumori.
  2. Allenarsi con costanza: praticare 2-3 h/settimana di attività sportiva aerobica permette di rallentare moltissimo il decadimento della capacità aerobica.
  3. Continuare a fare esercizi di rinforzo muscolare: se l’attività aerobica mantiene la resistenza e combatte l’eccesso di peso, l’allenamento della forza mantiene la velocità di esecuzione e previene dalle cadute che sono la maggiore causa di decadimento negli anziani.
  4. Bere molto, almeno 2 l di acqua al giorno: mantenersi idratati permette tra l’altro di conservare nel tessuto collagene (quello che costituisce i tendini e l’avvolgimento dei muscoli) la quantità di acqua necessaria a mantenerne l’elasticità.

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[message type=”info” title=”American College of Sports Medicine”]Le linee guida proposte dall’American College of Sports Medicine suggeriscono di associare ad un programma di resistenza aerobica, un programma di allenamento della forza per i maggiori gruppi muscolari svolgendo 2-3 serie tra le 10 e le 15 ripetizioni. Tali indicazioni risultano tuttavia molto generiche e non tengono conto delle importanti differenze funzionali tra un soggetto e l’altro. D’altronde è dimostrato che stimoli di intensità troppo bassa (<60% di 1 RM) non producono gli adattamenti ricercati. In anziani fragili sarà opportuno inserire esercizi con pesi liberi (manubri) in posizione eretta per migliorare l’equilibrio.[/message]

L’esercizio-terapia non può aspettare: è una medicina che va presa tutti i giorni. Iniziate subito! E se vi va passate a trovarci: apriamo alle 7.30 e chiudiamo verso le 19.00. Siamo in Via della Rocca 22 a Torino.

Il nostro centro è dotato di  tecnologia d’avanguardia. Negli ambulatori svolgiamo test e valutazioni funzionali dell’apparato cardiovascolare e muscolare, oltre a tutti gli altri test medici di routine (spirometria, test urine, glicemia, pressione arteriosa). In base ai risultati ed ad un colloquio individuale sulle preferenze ed aspettative, viene elaborato un programma di allenamento finalizzato al miglioramento generale della funzionalità ed a un abbassamento di eventuali fattori di rischio (soprappeso, ipertensione). I programmi possono essere svolti nell’area dedicata all’esercizio della nostra struttura, un’ampia palestra attrezzata con le più moderne apparecchiature per sedute di esercizio terapia, rieducazione funzionale e ginnastiche mediche, presso altre sedi o all’aria aperta.

Che servizi offriamo?

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Area Sport

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Test medici

I test medici costituiscono il primo passo per acquisire i dati necessari alla programmazione del piano di esercizio fisico.

[toggle title=”Test da sforzo polmonare“]

Il test permette di integrare i dati del test da sforzo tradizionale con misure ed informazioni derivate dall’analisi della ventilazione e dei gas espirati. Evidenzia i seguenti dati: [list type=”bullet”]