Le aziende sane sono le aziende del futuro: i dipendenti costano meno, sono più efficienti e vivono meglio. Nell’ultimo mese abbiamo portato il nostro progetto di check-up in Technogym, gli inventori del Wellness. Un posto dove la salute non è solo parole, ma fatti. Vi raccontiamo com’è andata.
Il programma di wellness check-up, iniziato tre settimane fa in Technogym (lo avevamo presentato qui), sta per concludersi con oltre 400 collaboratori che si sono sottoposti alla visita. Una verifica a 360°: questionari per raccogliere informazioni sullo stile di vita, esami ematochimici, elettrocardiogramma a riposo, controllo posturale, misurazione della massa grassa e calcolo del peso ideale. Al termine della visita, per ognuno è stato redatto un report dettagliato sulle condizioni di salute con i suggerimenti per migliorarle ed un programma di esercizi personalizzati.
L’analisi dei dati raccolti permette di calcolare il rischio di sviluppare patologie correlate ad errate abitudini di vita come la sindrome metabolica che origina da sedentarietà ed alimentazione ricca di zuccheri e grassi saturi. In Technogym il rischio di contrarre questa patologia è nettamente inferiore alla media nazionale.
Perché parlare di salute in azienda
I numeri dimostrano che l’ambiente di lavoro può essere il luogo ideale in cui implementare iniziative improntate al benessere. In ufficio passiamo la maggior parte delle ore della giornata ed è quindi imprescindibile il ruolo delle imprese nel promuovere stili di vita sani. E la soluzione è a portata di tutti: incentivare la pratica regolare di esercizio fisico, organizzare mense aziendali che offrano menu intelligenti… basta poco per migliorare la salute dei lavoratori.
In Technogym, il numero delle persone che praticano esercizio ad intensità elevata è il 50% contro una media nazionale dell’1%, gli inattivi sono il 19% contro il 67% della popolazione. Quelli che consumano 1-2 porzioni di frutta e verdura al giorno sono il 60% contro il 50% della media, mentre quelli che ne consumano da 3 a 5 porzioni sono in percentuale inferiore rispetto alla popolazione.
La prevenzione paga
Sotto il profilo economico, i dati danno ragione alle aziende che investono in questa direzione e dimostrano che il ritorno vale 2-3 volte il denaro speso per l’implementazione di tali iniziative. Il vantaggio è rappresentato da una diminuzione di assenteismo e di spese sanitarie. In Technogym, si è evidenziato che i dipendenti con un indice di Wellness migliore avevano meno ore lavorative perse per motivi di salute e quindi pesavano meno sui costi aziendali. Inoltre, le aziende che offrono come benefits la possibilità di accedere ad una palestra ed ad una mensa con cibi sani esercitano una maggiore attrattiva nel mercato del lavoro e riducono il turnover dei dipendenti.
Technogym è senz’altro una delle aziende che per vocazione e storia meglio rappresenta la cultura del wellness: la sua palestra ed il suo ristorante interno offrono quanto di meglio si possa immaginare per il benessere dei lavoratori. Ora, con il programma di check-up messo a punto da Vitalia e collaudato in altre realtà come Edison, si è completato un progetto in cui le indagini cliniche assumono un ruolo fondamentale per accrescere in ogni persona la consapevolezza della propria salute e garantendo ad ognuno gli strumenti per migliorarla. Infatti, lo scopo dell’iniziativa è anche quello di educare alla prevenzione fornendo informazioni e suggerimenti utili a rendere più attive le persone, a orientarle verso stili alimentari migliori ed ad aiutarle a gestire lo stress. Insomma a migliorare il loro Wellness.
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Il progetto corporate di cui vi abbiamo tanto parlato (qui ad esempio), approda in una nuova azienda. Questa volta sono i dipendenti di Technogym a beneficiare del check-up Vitalia. E Technogym, naturalmente, dalla loro salute ritrovata.
Vitalia a casa Technogym
Valutare il wellness di persone che lavorano nell’azienda che del wellness ha fatto la sua bandiera è sicuramente un compito sfidante. Ma a Vitalia le sfide piacciono e quindi siamo orgogliosi di essere noi, con la nostra équipe medica, a condurre il “Wellness Check-up” in Technogym. Il progetto è partito in questi giorni e si concluderà in poche settimane, dopo aver visitato i circa 400 collaboratori già prenotati.
Come funziona
Il check up prevede vari step: analisi ematochimiche complete, questionario su abitudini di vita e fattori di rischio, valutazione della massa grassa e muscolare, visita medica, ECG a riposo e valutazione kinesiologica. In questo modo si ottengono dati ed elementi su cui impostare un programma finalizzato alla prevenzione ed al miglioramento della qualità di vita. Il tutto si svolge nell’area medica del Wellness Village Technogym dove i due medici, Giulia Franzoso e Chiara Farnedi, assieme al sottoscritto e con il supporto tecnico della trainer Simonetta Senni, visitano e raccolgono dati otto ore al giorno. Al termine del progetto, ogni persona riceverà un report dettagliato sulla sua condizione di salute, sugli eventuali fattori di rischio e su come modificarli e un programma di esercizi personalizzato in base alla valutazione kinesiologica effettuata e finalizzata soprattutto alla prevenzione del male alla schiena ed alle spalle, aree critiche per chi lavora alla scrivania.
Star bene conviene
Positive le prime reazioni dei dipendenti, entusiasti di ricevere consigli ad hoc per migliorarsi, soprattutto su alimentazione e movimento. Si tratta sicuramente di un approccio innovativo, dettato dalla consapevolezza che la prevenzione paga ampiamente i soldi investiti (ecco qui qualche numero: è tutto provato!). E che il benessere sia davvero un’urgenza: tema su cui l’azienda romagnola non spende solo parole ma anche fatti molto concreti. Una coerenza preziosa per far fruttare la collaborazione con il nostro staff: Vitalia da anni svolge questo tipo di servizi e ha potuto portare nella partnership innovazione ed esperienza. Quella accumulata con clienti come Edison, DeAgostini, UTET, Nokia. Quella che, sommata ad attrezzature portatili d’avanguardia e alla passione che conoscete, è la nostra carta di identità.
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Ve l’avevamo detto: chi sta bene lavora meglio. Un’azienda con dipendenti in forma ha una migliore produttività e freschezza e il ritorno sull’investimento in salute è ampiamente positivo: la prevenzione paga… con gli interessi! Lo sanno bene i grandi gruppi internazionali che hanno progetti avviati da tempo, un po’ meno i concorrenti italiani: proviamo a convincere anche loro con i risultati degli ultimi studi scientifici.
Nel panorama mondiale delle aziende si fa sempre più strada l’inserimento di un programma wellness come nuovo benefit ai dipendenti. Abbiamo perciò voluto analizzare i risultati di questa strategia sintetizzando in pillole i risultati delle ricerche condotte negli ultimi anni da Harvard Business review e da Mercer & Marsh Benefits.
Le analisi confermano che, anche in Italia, i benefit per la salute e il benessere rappresentano un valido strumento per attrarre e trattenere talenti, ma le aziende temono un incremento dei costi a causa dell’incertezza economica e dei provvedimenti dei governi in materia di sanità pubblica. Questo è quanto emerge dalla quarta edizione dell’indagine Mercer Marsh Benefit sui temi dell’assistenza sanitaria integrativa e dei benefit legati alla salute che ha fotografato il livello di preoccupazione delle aziende per quanto riguarda la recessione economica e le riforme dei sistemi di welfare nei paesi europei. Anche i partecipanti italiani sono consapevoli del fatto che il Servizio Sanitario Nazionale è destinato a subire pesanti ridimensionamenti nel futuro, sia in termini di gamma delle prestazioni offerte sia in termini di aumento dei costi a carico del cittadino.
E’ comunque consolidato che i vantaggi per le aziende che “investono” sulla salute dei dipendenti si articolino su tre punti: attrarre e trattenere i talenti, gestire i rischi legati alla salute dei dipendenti, aumentare la produttività e la performance. Ne avevamo già discusso qui (ricordate le percentuali impressionanti sull’assenteismo?) ma vogliamo aggiungere nuove prove.
Infatti in un recente studio condotto all’interno di Technogym si è messo in correlazione l’indice di Wellness dell’individuo con il numero di ore di assenza per malattia ed i costi ad esso collegati. Ancora una volta le statistiche hanno confermato che chi si muove di più, mangia meglio ed è meno stressato si ammala meno e fa risparmiare l’azienda. L’ulteriore notizia positiva è che per ottenere dei benefici tangibili non è necessario essere superatleti ma basta modificare di poco il proprio stile di vita introducendo un leggero movimento quotidiano, migliorando la propria alimentazione e il riposo notturno.
Technogym sta trasformando in “esercizio” anche il lavoro: addio mal di schiena con l’active-sitting
Purtroppo, nonostante queste consapevolezze, le attività di prevenzione e di educazione alla salute offerte da le aziende italiane ai dipendenti sono un terzo di quelle offerte a livello europeo.
Forse allora vale la pena di rileggere un articolo uscito a dicembre 2010 sulla prestigiosa Harvard Business Review (qui un estratto). Gli studiosi fanno i conti in tasca ai medici e i risultati sono molto interessanti. A partire dal caso Johnson & Johnson che nel decennio 1998-2008 ha avuto un ritorno di 2,71$ x 1 $ investito, si evidenzia che i programmi wellness rappresentano un cospicuo ritorno economico per le aziende che li implementano. Per ogni dollaro investito si calcola un risparmio che va tra i 2,7 ed i 10 $ in base alla tipologia dell’intervento e dell’azienda: un ottimo ROI!
Vitalia da 7 anni si occupa di programmi wellness nelle aziende (ne parliamo qui). La nostra offerta varia da questionari on-line per “fotografare” lo stato di salute ed i fattori di rischio più rappresentati nella popolazione aziendale a check-up individuali. Il risultato di tali check up è rappresentato da un report dei fattori di rischio per malattie cardiovascolari e metaboliche, da una valutazione della massa grassa corporea, da un’analisi posturale e da una prescrizione sul tipo di attività fisica da intraprendere e su eventuali ulteriori accertamenti da condurre.
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Oggi comincia il Pre-Event del Mondiale di Marsiglia in programma dal 21 al 29 settembre. Jacopo, 22 anni, porterà in barca anche Vitalia.
Anno di nascita 1991. Dopo quanto la prima regata?
A 9 anni ho cominciato con gli optimist, intorno ai 13 è diventato un impegno agonistico e sono passato ai 420. Recentemente il grande salto: 49ers, classe olimpica.
Sei nato in barca.
Quasi. Fino alle medie ho provato di tutto per gioco, poi è scoppiato l’amore. In realtà sono sempre stato innamorato: sono cresciuto nei racconti di mio padre e di mio zio, entrambi professionisti.
Il tuo obiettivo a Marsiglia?
Puntiamo almeno ad un piazzamento nei primi 20. Siamo giovani, nel nostro sport la maturità è intorno ai 26 anni. A me e Umberto (Umberto Molineris, classe 1990, compagno di Jacopo – ndr) manca l’esperienza delle “coppie” più anziane.
La vela non è solo una questione di fisico.
No, anzi, qualcuno non ci considera nemmeno atleti. In realtà è necessario distinguere: la nostra classe richiede una certa prestanza. Siamo in due a fare tutto: o ci muoviamo per manovrare oppure siamo appesi al trapezio. Oppure siamo in acqua e dobbiamo rialzarci…
Nelle barche più grandi il ritmo è diverso.
Gli equipaggi comprendono tante persone, e solo chi gestisce le vele fa un vero sforzo, anche se ormai persino la Coppa America sta diventando più fisica (e per questo si sta aprendo ai giovani). Ma l’idea che lo sport non sia faticoso rimane: le barche grandi sono le più famose, le uniche su cui investono gli armatori. La Coppa America è la nostra Serie A.
Quanto vi allenate?
Abbiamo circa 180 giorni di vela all’anno (compresi allenamenti e regate) e la nostra base è il lago di Garda; quando arriva il freddo ci spostiamo in posti più caldi.
Non ti manca il mare quando sei lassù?
No, non ne ho bisogno. La mia simbiosi è con l’aria. Questo sì: dovunque vada studio il vento…
365 meno 180, rimangono 180 giorni.
Tutto tempo che spendiamo per la preparazione a terra. La stagione va da primavera a settembre: in questi mesi cerchiamo di mantenere il fondo che facciamo in autunno e inverno.
Quanto conta per voi la preparazione atletica?
È fondamentale. Per questo dobbiamo proprio ringraziare il dott. Massarini e lo staff di Vitalia. Con loro il miglioramento è stato sensibile e continuo e finalmente abbiamo capito l’importanza di uno stile di vita sano e attivo. E poi siamo più consapevoli del nostro corpo, perché Massimo ci spiega ogni aspetto del programma. Ci ha aperto un mondo (che in Italia dovrebbe essere considerato di più).
Che mondo?
La nostra idea di ginnastica si limitava alla corsa e a qualche peso. Adesso alterniamo al potenziamento l’allenamento funzionale. Ci concentriamo sulla schiena (moltissimo sulla core stability!) che è la parte più sollecitata in barca, insieme alle caviglie e alle ginocchia. A casa, a Ravenna, abbiamo una palestra, ma ci siamo attrezzati con Kettle Bell, palloni, tavolette ecc. in modo che ovunque andiamo possiamo fare un buon lavoro.
Venite spesso a Torino?
Veniamo per i test periodici. Per il resto ci sentiamo sempre al telefono e utilizziamo un software, Restwise, che permette a Massimo di analizzare i dettagli di ogni nostra seduta. Il supporto della tecnologia per noi è indispensabile.
Torniamo al Lago. La vostra giornata tipo.
Sveglia presto, usciamo in acqua verso le otto e mezza. Rientriamo dopo due ore, mangiamo, ci riposiamo e ripartiamo per altre due ore. Poi sistemiamo le barche.
Quanto dedicate alla cura del mezzo?
Tantissimo: deve andare più forte possibile! Nella vela le componenti sono due: l’atleta che conduce (cioè svolge la parte decisionale in base alla tattica e alle condizioni atmosferiche), il mezzo che naviga. Entrambi devono essere performanti.
C’è qualcuno che vi aiuta?
Il nostro allenatore, Luca Bursich, e quello della Squadra azzurra, Luca De Pedrini (Jacopo e Umberto sono in Nazionale – ndr). Poi, in generale, la federazione.
In che acque naviga la FIV?
Nuove. È appena cambiato il Direttore Sportivo e la situazione è un po’ complessa. I fondi sono pochi e non bastano per copiare (come si vorrebbe) i progetti delle federazioni più ricche. E poi il tentativo italiano arriva troppo tardi.
Come va il settore giovanile?
Bene! C’è un continuo ricambio di ragazzi bravi. Manca però qualcosa a livello strutturale che trasformi un talento in un campione. E poi mancano mamme coraggiose: fidatevi! La vela a livello agonistico è uno sport fantastico, che aiuta i vostri figli a crescere e a diventare indipendenti in fretta.
Sogni la Coppa America o il giro del mondo in solitaria?
Per la prima non c’è fretta, si va avanti oltre i 40 anni, chissà. Chi gira il mondo da solo ha tutta la mia stima: spesso sono “eroi” giovanissimi, che suppliscono all’inesperienza con tanto studio e ancora più coraggio (ma non dimentichiamoci che hanno qualcuno più “motivato” di loro alle spalle). Non azzarderei mai un’impresa del genere: non ne sarei in grado e non mi piace l’idea un viaggio così da solo. Le esperienze straordinarie vanno condivise! Insomma, punto alla Volvo Ocean Race, la regata-giro del mondo su barche grandi. Ma prima bisogna vincere una medaglia olimpica: il focus è su Rio.
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