Il 4 dicembre alla maratona di Valencia, Eddy ha chiuso in 2.49’, prestazione di tutto rispetto per un atleta amatoriale che lavora 10 h al giorno.

Ricostruiamo la storia di questo periodo per raccontare cosa è stato fatto e fare qualche considerazione su come ci si può allenare sfruttando al meglio le piattaforme digitali e i wearable.

Il primo test

Il percorso di allenamento è iniziato il 26 agosto con un test di soglia con misurazione del lattato ematico che aveva dato una proiezione sulla maratona di 3.10’ ed un peso di 74,5 kg. L’analisi della curva del lattato evidenziava altresì uno scarso adattamento al ritmo medio e una soglia piuttosto precoce rispetto alla velocità massima.

La pianificazione dell’allenamento

Con questi numeri si è pianificato un programma di allenamento su 4 sedute settimanali finalizzato al miglioramento del passo ai ritmi medi e a un innalzamento della velocità di soglia.

Il lavoro ai ritmi medi è stato svolto la mattina a digiuno e dopo una cena povera di carboidrati che era preceduta da una seduta con ripetute. Questa strategia è finalizzata ad allenarsi con la glicemia più bassa possibile “forzando” così i muscoli ad utilizzare i grassi come fonte energetica. Si ottengono così due benefici: si aumenta il consumo di grassi favorendo il dimagrimento e si “insegna” al muscolo a risparmiare glicogeno, cosa che sarà molto utile sulle lunghe distanze.

I lunghi del fine settimana sono stati organizzati con la seconda fase più veloce della prima in modo da forzare l’organismo a riutilizzare l’acido lattico prodotto.

Infine sono state inserite delle esercitazione sulla cadenza in modo da innalzare i passi al minuto con la finalità di ridurre il rischio di infortuni e aumentare l’efficienza della corsa.

I dati sotto controllo

Ogni allenamento è stato registrato su Garmin Connect che ha permesso di raccogliere anche i dati sul recupero e sul sonno grazie all’analisi dell’HRV (heart rate variability). Il volume e l’intensità settimanali sono stati analizzati monitorando i TSS (training stress score) e IF (intensity factor) in modo da modulare correttamente la progressione dell’allenamento.

Il peso è gradualmente calato mentre la velocità di base e di soglia è cresciuta. I lunghi sono stati contenuti e con due sole sedute oltre i 30 km. e sono serviti a mettere a punto la strategia alimentare sia pre, sia intracompetitiva.

La gara

L’ultima settimana è stata di tapering (riduzione dell’allenamento) tagliando il volume ma mantenendo 2 sedute di richiamo dell’intensità e controllando la qualità del sonno.

L’atleta è arrivato alla gara con ottime sensazioni di frechezza così come confermato anche dal suo Garmin.

La maratona è stata corsa con un parziale di 1.23,02 e quindi nella seconda metà si sono persi 3’ cosa abbastanza normale tra gli amatori.

In sintesi abbiamo dimostrato che si può essere seguiti a distanza ma è comunque necessario effettuare un test iniziale per avere un quadro completo dell’atleta. Il monitoraggio continuo dei dati deve tenere conto di molti parametri per essere in grado di definire il programma.

Se anche tu vuoi essere allenato a distanza, chiamaci, saremo lieti di aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.

Numeri, sfide, condivisione, compatibilità. Buoni motivi per allenarsi con Strava e consigli per sfruttarne tutte le potenzialità. 

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Se siete sportivi appassionati della fatica a piedi, in bici, sugli sci o in acqua, sicuramente avete sentito parlare di Strava, una piattaforma software su cui è possibile registrare ed analizzare gare e allenamenti e vedere cosa fanno gli amici.  È semplicissima da usare, basta scaricare l’app, avviarla all’inizio della prestazione e fermarla al termine. Automaticamente tutti i dati saranno salvati e, accedendo al sito Strava.com, si potranno studiare, confrontare, archiviare.

Compatibilità con Cardio-Gps

Se si possiede uno strumento Cardio-Gps da polso Suunto, Garmin, TomTom o Timex (qui la nostra recensione degli ultimi usciti), i dati verranno sincronizzati dalle rispettive piattaforme software su Strava. Quindi non è più un problema cambiare strumento: le informazioni rimarranno comunque in memoria su Strava. Grande vantaggio!

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L’analisi in “segmenti” permette di confrontarsi con i propri precedenti ma soprattutto con gli amici

Versione Premium

Ma andiamo con ordine, suggerendo innanzitutto di utilizzare la versione Premium che per 5 € al mese, 5 miseri caffè, dà pieno accesso a tutte le funzioni. Al termine dell’allenamento o della gara Strava permette di visualizzare immediatamente tutti i dettagli della performance. A partire dal percorso svolto: riassunto in km, metri di dislivello, durata, velocità media e calorie spese, si presenterà diviso in segmenti che sono i tratti più significativi o quelli che altri utenti hanno individuato come zone su cui analizzare e confrontare i dati. In ogni segmento è evidente il tempo fatto quel giorno, la propria posizione in una classifica virtuale oppure lo storico dei propri risultati o ancora, confrontarsi per gruppo di età. Se si usa la fascia cardio, l’impegno della prestazione viene riassunto in un indice di “sofferenza” calcolato in base alla durata ed all’intensità dello sforzo. Questi indici sono molto utili per mettere a confronto i risultati obiettivi con le sensazioni soggettive. Inoltre, il continuo raffronto con se stessi e con i propri amici/nemici aumenta la competitività e spinge a migliorarsi costantemente. Per i ciclisti, Strava offre dati di grande valore come ad esempio la VAM (velocità ascensionale media) o i watt prodotti in base a sofisticate formule che tengono conto di velocità, pendenza e peso.

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La propria storia a portata di click

L’acquisizione costante ed automatica dei dati crea un database personale di grande valore che permette di avere sempre chiaro il volume di allenamento, l’intensità e le distanze. Mettere a confronto questi valori di settimana in settimana, di mese in mese e di anno in anno, permette di capire a fondo cosa e come ci si sta allenando e di contestualizzare le proprie performance in questo ambito. Come abbiamo scritto qui la corsa, il ciclismo e l’esercizio in generale non si improvvisano, ma assomigliano molto alla matematica. Conoscere i propri numeri è fondamentale per trarre il massimo dagli allenamenti e dal recupero (ne parliamo qui). 

Le sfide e gli obiettivi

Porsi un obiettivo o lanciare una sfida sono sicuramente i modi migliori per spingersi un po’ più in là: Strava lo permette grazie alla fortissima integrazione della piattaforma con i principali social media. La condivisione dei propri dati con una comunità pronta a darvi un “kudos!” o un like quando vi esprimete con una bella salita sono sicuramente tra i fattori che hanno contribuito a diffondere questo software nel mondo degli sportivi.

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Grazie alle classifiche e alla condivisione sui social aumenta la competitività

Ma esiste solo Strava?

No, ci sono molte altre app che servono a monitorare ed archiviare i propri allenamenti e le più diffuse sono Runtastic ed Endomondo. Entrambe fanno bene il proprio lavoro specialmente nella fase di condivisione social: quante volte vi è capitato di vedere su Facebook la corsetta di un amico? Fare un post prima, dopo o durante l’allenamento per molti è diventato un must. Usandole si scopre comunque che la loro funzionalità è leggermente inferiore a quella di Strava soprattutto per quanto riguarda l’analisi dei dati e l’interfacciabilità con cardio-gps.

Conclusioni

Se siete sportivi occasionali e volete iniziare a capire come e quanto esercizio fate, scaricate l’app che vi sembra più facile ed attraente per i vostri gusti. Se invece cercate qualcosa che vi aiuti a migliorare la performance attraverso l’analisi costante dei propri numeri, Strava è the best.

 

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Il cardio-gps è uno strumento fondamentale per ogni sportivo. Sul numero natalizio di Ski-Alper trovate i nostri test sulle novità Garmin e Suunto: ottima idea regalo! Ecco un estratto dell’articolo.

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Fenix 2 vs. Ambit 3

Le dimensioni sono quasi identiche, le funzioni… anche. Sono i due nuovi strumenti da polso di Garmin e Suunto: chiamarli cardio-gps sembra quasi riduttivo, viste le mille cose che fanno, e rappresentano l’ultima evoluzione delle rispettive linee Fenix e Ambit. Fenix è uscito qualche mese fa e mi ha accompagnato negli sport di tutta l’estate (ne avevamo già parlato qui), Ambit 3 è invece appena arrivato ma è stato subito messo in prova con lunghe gite in montagna, corse cittadine e giri in bici. La prima impressione per entrambi e che siano dei prodotti significativamente migliori rispetto ai loro predecessori.

Garmin

La funzionalità dei tasti è molto migliorata ed ora è quasi uguali a quella di Suunto. Anche il quadrante è nero con i numeri molto nitidi in ogni condizione di luce e al buio retroilluminati da una luce rossa molto “aggressiva”, che però non disturba la visione notturna. Alla prova pratica, lo strumento evidenzia migliore funzionalità dei pulsanti, maggiore velocità nel ricevere il segnale GPS, maggiore precisione nelle distanze. Il cardio effettua intoltre la misurazione delle dinamiche di corsa grazie all’accelerometro nella fascia cardiaca e la misurazione della distanza e delle bracciate in acque aperte.

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Una volta scelta l’attività che si vuole svolgere ed avviata la registrazione è molto facile “navigare” le pagine dei dati relativi allo specifico sport. Tali pagine dati sono completamente personalizzabili dall’utente sullo strumento stesso, senza bisogno di collegamenti a PC. Il processo è un po’ noioso m alla fine si ha il “cruscotto” della propria performance completamente sotto controllo. Tutto facile da visualizzare, andando in avanti ed indietro con i pulsanti di sinistra. Infine c’è l’upload automatico dei dati su Garmin Connect tramite Garmin express e la perfetta compatibilità su Strava.

Cosa non ci piace

Il salvataggio di un’attività fatta o il richiamo di una traccia o di un allenamento sono lenti e richiedono svariati secondi. La previsione dei tempi sulle distanze 5-10-mezza e maratona sembra ottimistica. La personalizzazione delle pagine dati richiede pazienza e non è molto intuitiva, sarebbe meglio poterla fare anche da PC. Le funzioni Bluetooth, grazie alle quali è possibile vedere le chiamate ed i messaggi in arrivo sul telefono, escludono l’utilizzo del cardiofrequenzimetro.

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Suunto

Il nuovo Ambit 3 Peak è appena arrivato sul mercato italiano. E’ stato quindi necessario metterlo subito alla frusta per tirare fuori le caratteristiche del prodotto e compararlo al rivale. Forma molto simile a quella dei precedenti prodotti, display identico, visibile.

Allora pronti e via, grazie ad una previsione meteo perfetta il test è stato condotto in montagna percorrendo un trail di circa 20 km, pedalando su strada per 90 km e correndo in città per 10 km. L’impatto generale è stato ottimo: le funzioni dei pulsanti sono invariate rispetto ai modelli testati in primavera e ciò ha contribuito ad una partenza “facile”.

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DocTest

Lo strumento si rivela subito molto veloce e reattivo nel “sentire” le variazioni di velocità grazie alla tecnologia fused speed and fused alti, in cui le misure sono ottenute correggendo il segnale GPS con gli input dell’accelerometro. Se ciò è positivo per quanto riguarda le andature in bici, è meno gradevole quando si sale a piedi o con gli sci e si vuole avere un riferimento sulla propria VAM.  Anche Ambit offre la molto pratica funzione track back che permette di visualizzare la traccia per tornare al punto di partenza.

I dati vengono scaricati su Movescount che permette di accedere alla personalizzazione dello strumento selezionando lo sport e i dati relativi ad ogni schermata. Infine, la possibilità di sincronizzazione dell’Ambit con l’app Moveslink consente di vedere sullo schermo le chiamate ed i messaggi in arrivo, ciò vuol dire che se il telefono squilla nello zaino si può decidere se sia il caso o no di rispondere dando un’occhiata al display dell’orologio.

Cosa non ci piace

La visibilità dello schermo non è ottimale in condizione di luce debole. La VAM varia troppo velocemente. Le videate dati si possono scorrere solo in avanti e quindi per ritornare ai dati della pagina precedente bisogna passare attraverso tutte le altre.

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Conclusioni

Sono due strumenti potenti e molto simili. Il display di Garmin è più nitido e leggibile anche con luce forte. Suunto rimane sensibilmente più veloce nell’agganciare i satelliti per la posizione. Come al solito, provandoli sullo stesso percorso, si evidenziano piccole differenze di distanza (poche decine di metri su 15-20 km. ), i dislivelli registrati su percorsi lunghi sono pressoché identici. Le velocità rilevate sono coincidenti nelle medie al km ed in quelle riportate sul pc, restano invece molto fluttuanti le velocità istantanee.

Sembra che la tecnologia fused speed di Ambit renda il dato più reattivo, è però anche vero che se guardando l’orologio durante la corsa si tiene fermo il braccio, la velocità tende a scendere proprio perché viene a mancare il segnale dell’acceleromentro che è nello strumento stesso. Garmin non usa questa tecnologia ma ha dotato Fenix di una fascia con sensore cardiaco e accelerometro. I calcoli sulle dinamiche di corsa vengono quindi fatti in base al segnale rilevato sugli spostamenti del tronco.

Conclusioni? Chiedete a Babbo Natale un cardio-gps

Difficile dare un giudizio sull’utilità di tali dati, quello che si può evidenziare è che con l’affaticamento aumentano i tempi di contatto dei piedi al suolo e diminuisce la frequenza dei passi. Comunque tutto ciò si va ad aggiungere ai dati di fc e velocità e contribuisce a completare il quadro della prestazione.

Suunto mostra, collegandosi a Movescount, anche i valori di frequenza respiratoria e variabilità cardiaca (un parametro che è calcolato in base alle variazioni del tempo tra un battito e l’altro). Per essere compresi, tali dati richiedono una buona base di fisiologia dell’esercizio ma sono utili per interpretare meglio gli effetti dell’allenamento e per calcolare i tempi di recupero. Sia Ambit che Fenix elaborano le ore necessarie per recuperare dallo sforzo (mai sottovalutare il riposo! Ne parliamo qui).

La programmazione dei percorsi è abbastanza facile sia con Garmin che con Suunto ma non sembra che questa funzione sia molto utilizzata dagli sportivi. Alla fine dei fatti, dichiarare un vincitore è arduo, sono due oggetti molto belli e molto utili a tutti quegli sportivi che praticano molteplici attività all’aperto e che vogliono, oltre che tener traccia dei propri allenamenti, anche avere dei dati su cui valutare la propria performance. La quantità di informazioni disponibili, la possibilità quasi infinita di personalizzazione e i software a cui possono essere collegati richiedono un utilizzatore motivato e con un minimo di predisposizione alla tecnologia.

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Sei mesi di corse, un doc e quattro runners. Ieri si è concluso il progetto 4 girls for marathon.

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L’allenamento delle ragazze è iniziato con i test estivi (qui il racconto)

E’ finita l’avventura con le 4 girls. Un’avventura iniziata a giugno con l’obiettivo di portare quattro donne “normali” a correre al loro meglio la maratona di Firenze. Un percorso cominciato con i primi test di soglia all’inizio dell’estate, la costruzione di un piano e la ricerca di fornitori tecnici che ci aiutassero: Asics, Garmin, Enervit.

Allenamento dopo allenamento, ritmi, programmi, chilometri, infortuni, caldo, pioggia. Ogni settimana siamo partiti dall’analisi dei dati sul sito Garmin (ecco come funziona) e sulla costruzione della nuova tabella settimanale.

A settembre le distanze si sono allungate. Poi ad ottobre, alla mezza della Corsa da Re, il personal best per Carlotta, Sara ed Elena ed il primo incidente: la rinuncia di Vale che avendo passato tutta l’estate sui libri, non è riuscita a fare il miracolo. Si va avanti, le tre rimaste continuano a correre bene, il mese passa macinando km.

Arriva novembre, la stanchezza accumulata inizia a farsi sentire. Piccoli segnali da non trascurare: un tallone dolorante, un polpaccio contratto. C’è chi minimizza e chi enfatizza, difficile essere obiettivi. Forza, manca poco, tra una settimana inizia lo scarico. Tra un alleggerimento degli allenamenti e una seduta di fisioterapia, il tutto condito con ghiaccio, è già la vigilia.

Atletica: Firenze Marathon, pettorina anche a ministro Lupi

Alla Firenze Marathon hanno dominato i kenyoti

Tensione e pochi messaggi.
Si parte, si spera.
Si arriva. E’ andata bene, poteva andare benissimo.
Grazie girls, mi avete fatto lavorare, ma ci siamo divertiti.

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Garmin Fenix 2 alla prova del dott. Il cardiofrequenzimetro è un must per gli atleti Vitalia: per un buon training, si sa, è vietato improvvisare

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Dai primi di giugno ho al polso il nuovissimo Garmin Fenix 2, cardio gps evoluzione del famoso Fenix 1 che avevo avuto in test per tre mesi tra la fine dell’inverno e la primavera. A dire il vero, il Fenix 1 non mi aveva entusiasmato: lento nel prendere il segnale, un po’ complicato nella gestione delle funzioni, poco pratico per l’uso quotidiano di chi corre. Niente di convincente, insomma, a parte un apprezzabile lavoro di cosmesi grafica: quadrante nero, retroilluminazione rossa (peraltro fighissima). E’ logico quindi che le mie aspettative per il nuovo arrivato fossero tiepide. Invece… la musica è cambiata e molto: Garmin ha saputo migliorare in maniera sostanziale. 

Così ci piace

Maggiore velocità nel ricevere il segnale GPS, maggiore precisione nelle distanze, misurazione delle dinamiche di corsa grazie all’accelerometro inserito nella fascia cardiaca, migliore funzionalità dei pulsanti, misurazione della distanza e delle bracciate in acque aperte. Insomma un prodotto migliore! 

In questi mesi l’ho messo alla prova praticando escursioni, ciclismo, corsa, trail, nuoto.  Prima di cominciare un po’ di personalizzazione delle pagine dati per visualizzare i numeri che più mi interessano e via. Verdetto pienamente soddisfacente: il computer è affidabile e si è adattato in maniera egregia alle varie attività.

Interessanti i dati sulle ore di recupero necessarie dopo l’allenamento e sulla capacità aerobica stimata. La precisione nel misurare le distanze, verificata con il GPS dell’Iphone, c’è. Anche i dislivelli sono calcolati correttamente. In mare, ho invece avuto distanze imprecise.

Cosa non ci piace

Il salvataggio di un’attività fatta o il richiamo di una traccia o di un allenamento sono lenti e richiedono svariati secondi. La previsione dei tempi sulle distanze 5-10-mezza e maratona sembrano ottimistiche. La personalizzazione delle pagine dati richiede pazienza e non è molto intuitiva, sarebbe meglio poterla fare anche da pc. Le funzioni Bluetooth, grazie alle quali è possibile vedere le chiamate ed i messaggi in arrivo sul telefono, escludono l’utilizzo del cardiofrequenzimetro.

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Conosci te stesso

Infine c’è l’upload automatico dei dati su Garmin Connect tramite Garmin Express e la perfetta compatibilità su Strava. Su queste piattaforme software è facilissimo analizzare i risultati di ogni allenamento e tenere conto del volume e dell’intensità del lavoro su base giornaliera, settimanale e mensile. Forse è proprio questo il vantaggio di usare quotidianamente uno strumento così: acquisendo continuamente informazioni sull’allenamento ci si migliora, si impara meglio come gestire le sedute e che risultati attendersi.

Per chi

Il Fenix 2 è perfetto per gli appassionati di sport nella natura, a 360°. E’ sempre utile: di corsa o in bici, nuotando o correndo in un bosco, sciando o facendo una semplice camminata. Offre una quantità incredibile di dati e, in alcune situazioni, contribuisce in modo decisivo alla sicurezza grazie alla possibilità di visualizzare e seguire la traccia per tornare al punto di partenza. Se invece siete solo runners o ciclisti prendete un modello dedicato, sarà tutto più semplice.

[button color=”red” size=”small” link=”http://www.vitalia-informa.it/sai-usare-il-cardiofrequenzimetro/”]Come si usa il cardiofrequenzimetro?[/button]

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Avete ancora spazio nella valigia? Veniamo in vacanza con voi. Niente di ingombrante: siamo grandi come un cardiofrequenzimetro. Sì perchè il vostro “orologio”, con la fascia e il cavetto per il pc, è un filo diretto con lo staff di Vitalia. 

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Vi piacerebbe essere seguiti nel vostro programma di allenamento anche mentre correte dall’altra parte del mondo? Vi piacerebbe avere ogni settimana la vostra tabella aggiornata in base ai risultati?

Bene, è possibile. Basta essere dotati di uno dei nuovi GPS-Cardio Garmin, indossarli durante l’allenamento (come funzionano?) e scaricare i dati sul pc, utilizzando programmi come Garmin Connect, MyAsics (che si appoggia comunque a al sistema Garmin) o il classico Strava (ve li presentiamo qui).

Tutte le informazioni saranno visualizzabili e analizzabili in remoto da chi vi sta seguendo: grazie all’analisi dei dati il vostro “coach” potrà fornirvi il nuovo programma. La tecnologia è molto semplice ed affidabile ed anche chi non è particolarmente “digitale” non troverà alcuna difficoltà. Per contro, i dati visualizzabili sono davvero tanti. Nei modelli di base (il costo si aggira intorno ai 150 euro) si possono vedere distanza, passo, frequenza cardiaca, altitudine e mappa del percorso. I modelli top – si va dai 300 ai 400 euro – consentono anche il calcolo del tempo di recupero e l’analisi delle caratteristiche di corsa come falcata, oscillazione verticale, frequenza dei passi e tempo di contatto al suolo. Tutto ciò, grazie ad un minuscolo accelerometro alloggiato all’interno della fascia cardiaca.

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Anche durante le ferie vi teniamo d’occhio… come in palestra!

Ce n’è quanto basta per poter capire anche a migliaia di km di distanza come stia procedendo il vostro allenamento, se avete recuperato bene, se state progredendo o se avete fatto un po’ troppo tardi la sera e state battendo la fiacca… Il vostro programma arriverà aggiornato e pronto per impegnarvi per un’altra settimana di corse.

Charlotte e le altre Girls lo stanno già usando e i loro dati arriveranno nel pc di Vitalia dai luoghi dove saranno in viaggio. Le seguiremo ovunque, senza mollare. Perché la Maratona non va mai in vacanza.

Qui il racconto di Charlotte.

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Qualche giorno fa ho scritto che la corsa è uno sport “stupido”, era chiaramente una provocazione e non intendevo certo offendere i praticanti di questa disciplina verso cui nutro passione e rispetto. Volevo piuttosto sottolineare che la corsa richiede metodo e applicazione e che non c’è spazio per improvvisazione e fantasia.

In questo periodo di inizio autunno che precede le grandi maratone di ottobre e novembre, ogni sportivo dovrebbe infatti conoscere con una buona approssimazione i valori della propria prestazione ed usarli per ogni allenamento.

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Essenzialmente i dati da controllare sono la frequenza cardiaca e il passo al km.

Attraverso test di laboratorio e da campo è infatti possibile conoscere con buona precisione a che velocità e FC impostare i lunghi, i medi e le ripetute.

I lunghi devono infatti essere svolti ad una velocità pari all’80-85% della velocità di soglia ed a una FC compresa tra i 75 e l’80% di quella di soglia.

I medi devono invece essere corsi a velocità pari al 90-93% della velocità di soglia con una FC del 90% circa di quella di soglia.

Le ripetute, parliamo di quelle sui 1000 m, infine devono essere corse a velocità e FC di soglia.

Ma come determinare questa fantomatica soglia anaerobica?

Sicuramente il metodo migliore è rappresentato dal test incrementale con misurazione del lattato, ovvero della concentrazione di acido lattico nel sangue.

E’ noto infatti che man mano che aumenta la velocità di corsa, aumenta la quantità di lattato nel sangue. Questo parametro ha un andamento che dipende da caratteristiche individuali e dal tipo di allenamento svolto.

L’analisi della curva del lattato e della frequenza cardiaca saranno interpretate dal tecnico e forniranno una precisa “fotografia” della situazione individuale e orienteranno il piano d’allenamento.

Al podista non resterà che armarsi di cardiofrequenzimetro, magari con GPS ed iniziare a correre rispettando i numeri.

Mettendo da parte la fantasia.

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Contattaci per avere informazioni sul test del lattato svolto nel nostro centro

[message type=”info”] Speciale World Master Games – Andrea non si ferma mai. Su Facebook lo dice così: “Go, go, go!”. È il ritornello che accompagna le foto delle sue gare. Ma quando si allena niente musica: “mi piace sentire il mio corpo. E stare bene”.[/message]

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Domani ti attende la mezza maratona. Come stanno andando i tuoi WMG?

Sono contento: la sfida era vedere se riuscivo a fare tutto. Ho cominciato sabato scorso con il duathlon, poi i 5000m, poi i 10000m e domani l’ultima tappa. Il recupero è stato ottimo e sono soddisfatto delle mie prestazioni: ho corso i 5000 in 20’ 53’’, insomma sotto la soglia dei 21’, il mio miglior tempo fino ad allora. Il duathlon è stato un’altra piccola vittoria: pedalo da appena un anno, pensavo di arrivare ultimo. Invece ho strappato un piazzamento a metà classifica.

Da quanto tempo corri?

La mia carriera sportiva è molto breve: fino al mio quarantesimo compleanno non avevo mai praticato nessuno sport. Ero in sovrappeso, nonostante avessi già perso chili con la dieta, e i miei esami del sangue allertarono la dottoressa: avevo bisogno di muovermi.

Pronti via.

Ricordo che un sabato ne parlai con mia moglie. Le chiesi un consiglio, lei non ebbe dubbi: “Costa poco e puoi cominciare subito: comprati un paio di scarpe da ginnastica e vai a correre!”. La domenica andai da Decathlon, il lunedì indossai le scarpe. Per due mesi ho lavorato così: 5 minuti di corsa e 5 di camminata.

Il peso diminuiva e la passione cresceva.

È stato un colpo di fulmine: non avrei mai pensato di innamorarmi! Oggi ho 43 anni (ndr – è nato nel 1970), 15 kg in meno e non posso passare più di una settimana senza correre: mi serve per stare bene con me stesso!

Sarà contenta tua moglie…

Ha molta pazienza. Mi ha sostenuto tantissimo e mi viene a vedere a tutte le gare, trasferte comprese. Infatti dopo i WMG ho promesso di portarla in vacanza e staccare per un po’…

Quanto ti alleni di solito?

Corro tre volte alla settimana e dedico il giorno di riposo alla bici. Uso la pausa pranzo per andare al Valentino, con cambi rocamboleschi in auto (non ho un posto dove farmi la doccia e devo arrangiarmi come posso) prima di tornare in ufficio.

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Qual è stata la cosa più difficile all’inizio?

Ritagliarmi del tempo. Staccare dalla routine casa-ufficio-spesa-casa-ufficio… Mia moglie ed io eravamo piuttosto pigri e sedentari: con la mia corsa abbiamo cambiato vita. Io riesco ad organizzarmi bene, lei si è messa a dieta con me. E poi abbiamo ripreso a nuotare: per me in realtà si tratta di una nuova sfida, perché non ne sono mai stato capace. Pochi mesi fa ho deciso di imparare e così ogni quindici giorni andiamo in piscina. Mia moglie è in gran forma!

Tu lo fai per il mare o pensi al triathlon?

Il triathlon è il mio sogno nel cassetto! Ma è un traguardo ancora molto lontano. Per ora voglio lavorare sulla maratona.

Nei hai già corse?

Ho partecipato a quella di Roma a marzo. Mi sono preparato per mesi intensificando le sedute (una in più, quattro alla settimana) ma comunque sono arrivato al fondo della gara distrutto. Ero commosso, un’emozione straordinaria, ma il mio orribile 4h 16′ aspetta di essere abbassato a Torino, il prossimo novembre.

In due anni da 5 minuti a 4 ore non è male.

Ho fatto passi da gigante! Ed è proprio vero che non è mai troppo tardi né troppo difficile cominciare uno sport. Ce la possiamo fare tutti.

Con chi ti alleni?

A marzo ho conosciuto i ragazzi di Base Running e frequento i loro allenamenti collettivi all’una. Siamo una squadra straordinaria: Corrado Vinesia, Roberto Prete, Lorenzo Bertoldini, Alessandro Iacovelli, Paolo Loggia… Con loro ho fatto il salto: da solo non riuscivo a schiodarmi dai miei 5’ e 20’’ al km. Era come se il mio corpo si fosse abituato.

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Il gruppo ha una marcia in più.

Anch’io, che sono un solitario, mi sono convinto. L’entusiasmo degli altri mi ha contagiato: sono migliorato tantissimo. E poi nel nostro team ci sono atleti esperti come Alessandro Giannone e Viviana di Fiore, che mi ha accolto e seguito da subito: con i suoi consigli non potevo che crescere. Lei e Alessandro, insieme agli altri (Andrea Di Giuseppe, Fabrizio Voltolini, Saverio Della Donna) sono i miei punti di riferimento: il confronto con loro mi permettere di puntare sempre più in alto.

Il tuo obiettivo alla maratona di Torino?

È molto, molto ambizioso. Vorrei farcela in 3h 30′: ci proverò con il sostegno del dott. Massarini. Sono stato da lui per la visita medica agonistica e per il test del lattato, poi mi ha seguito per una settimana a distanza: mi ha assegnato dei test da svolgere indossando il mio Garmin e ha monitorato i risultati sul mio profilo Garmin online. Quelle prove hanno confermato i dati ottenuti in laboratorio e così ha potuto tracciare un quadro medico sportivo molto preciso. Dopo la pausa costruiremo insieme la preparazione per la maratona.

Puoi iniziare dagli esercizi che trovi sul nostro canale di Youtube…

Li sto già provando! Sono belli ed è molto utile la dimostrazione video che avete postato. Mi piacciono anche gli articoli del blog: sono semplici, concreti e affidabili, perfetti per chi come me è appassionato ma ancora alle prime armi. Nella rete è pieno di gente che scrive cretinate: è importante farsi indirizzare bene e non lasciarsi fregare!

Chi è il tuo podista preferito?

Orlando Pizzolato, vincitore di due maratone di New York (1984 e ‘85): per me tutto è partito dal suo libro. Quest’anno ho avuto l’onore di conoscerlo perché ho seguito uno stage ad Asiago con lui. Lo stimo tantissimo come atleta e come divulgatore: il suo “Correre” è un capolavoro, è scritto bene ed è estremamente diretto e “terra a terra”. Non mi stanco mai di rileggerlo e ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Pizzolato è un esperto che sa di parlare a neofiti: ti avvicina alla corsa e lo fa con un tocco tecnico. Ti aiuta a capire quanto sei bravo e quanto sei in grado di correre, ti dà indicazioni e consigli con tabelle utilissime. E dopo la lettura non ti resta che mettere in pratica.

Go! Go! Go!

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Leggi un altro articolo sui World Master Games

Qualche mese fa abbiamo messo a confronto due dei modelli più popolari tra i runners: Polar RC3GPS e Garmin 610. Vi riproponiamo i risultati, sicuri che ormai avete tutti ripreso ad allenarvi.

Entrambi i computer da polso integrano la funzione di cardiofrequenzimetro e quella di GPS senza bisogno di ulteriori accessori esterni.

Basterà quindi indossare la fascia toracica (in entrambi i casi costruita in tessuto morbido ed elastico), stringere l’orologio al polso e si sarà pronti ad un allenamento con tutti i dati a disposizione.

Per capire pro e contro dei due oggetti li abbiamo indossati entrambi durante un allenamento di circa 12 km su terreno quasi pianeggiante e con alberi che non davano effetto copertura tale da poter interferire per la ricezione del segnale GPS.

Riportiamo quindi la cronaca dell’uscita annotando le sensazioni registrate durante l’allenamento.

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[toggle title=”Facilità di settaggio“] Polar, grazie ad i pulsanti fisici ed all’ampio display, risulta essere più intuitivo e semplice da maneggiare; Garmin offre invece un display touch screen che richiede un minimo di familiarizzazione per dosare il tatto con cui scorrere le pagine e cambiare le funzioni.[/toggle]

[toggle title=”Tempo di ricezione del segnale di FC e posizione“] Polar è più rapido nell’agganciare il segnale dalla fascia, mentre Garmin (2’ contro circa 5’) stravince nella ricezione del segnale dal satellite.

Una volta apparsi tutti i dati sui display possiamo partire, fa freddo e indossiamo guantini abbastanza leggeri che però non impediscono di “sfogliare” le videate del Garmin e permettono di reperire facilmente i bottoni del Polar. [/toggle] [toggle title=”Lettura dei dati istantanei“] Primi km adagio tanto per dare un’occhiata ai due oggetti e prendere confidenza con i numeri.

Nei primi minuti siamo sui 5’20’’ e questo lo sappiamo inequivocabilmente dal tempo preso ai segni ogni 100 m. I dati forniti dai nostri strumenti non quadrano, secondo Polar stiamo andando a 6’/km mentre la FC è precisa, su Garmin il contrario: FC a 165 bpm e velocità giusta.

Passati pochi minuti (5-6), tutto si appiana ed i numeri dei due orologi diventano congruenti.

Rimangono dei leggeri scostamenti per quanto riguarda la velocità che Polar continua a sottostimare di circa 10’’.

Anche la FC non presenta scostamenti superiori ai 2 battiti. Idem per la distanza, al termine della prova di circa 12 km ci sono meno di 50 m di differenza.

Giriamo la boa dei 5,8 km ed iniziamo il ritorno appena sotto i 5’/km così come verifichiamo sui segni a terra. Garmin e Polar registrano l’accelerazione ma restano una decina di secondi di differenza tra le due velocità. Bene le FC.

Guardiamo spesso i display per verificare i dati e ci divertiamo a far scorrere le videate per leggere i dati del nostro allenamento.

Facciamo qualche variazione di velocità per testare la sensibilità degli strumenti e ci accorgiamo che in entrambi i casi le risposte non sono fulminee, ad occhio sembra che Polar reagisca prima. [/toggle]

[toggle title=”Dati di allenamento“] Bene, l’allenamento è finito. Confrontiamo i dati:

Dato Polar Garmin
FC media 151 152
Vel Media 5’33’’/km 5’19’’/km
FC max 170 171
kcal 920 659

Come si vede, i dati sono tutti molto simili, calorie a parte su cui è opportuno fare due considerazioni.

Infatti,  mentre tutti gli altri dati derivano da “sensori” fisici, le calorie sono calcolate in maniera indiretta e qui penso che le due aziende abbiano scelto strade diverse.

Polar basa il calcolo del dispendio calorico sulla FC e chiede di imputare nel setup la FC massima e la VO2 dell’utente. In questo modo calcolando la FC media conosce l’intensità percentuale dello sforzo fatto e converte questo dato in kcal. A riprova di ciò, se non si indossa la fascia per la FC, le calorie non vengono conteggiate.

Garmin calcola invece la FC sulla base della distanza percorsa e del peso del soggetto.

Utilizzando questa formula ci sembra che Garmin si avvicini di più alla realtà. [/toggle]

[toggle title=”Software di lettura dei dati“] Entrambi i prodotti sono collegabili a PC per scaricare, archiviare e analizzare i dati.

Il download avviene mediante comunicazione con penna USB nel caso del Garmin e con cavetto per il Polar.

I grafici che compaiono a video sono molto diversi per i due prodotti. Polar sceglie una visualizzazione molto tecnica che permette all’utente molte manipolazioni dei dati: zoom, correzioni, aggiunta intertempi, ecc.

polar1

Garmin presenta invece una pagina riassuntiva di vari grafici che prendono in esame una grandezza alla volta.

garmin

Noi forse preferiamo la flessibilità del software Polar.

Infine, è possibile visualizzare dal web i risultati degli allenamenti tramite Polar Personal Trainer o Garmin Connect. Questa funzionalità può essere molto utile per essere seguiti a distanza da un allenatore che avrà così accesso a tutti i dati necessari all’interpretazione dell’allenamento. [/toggle] In sintesi due ottimi prodotti in grado di seguirci in ogni allenamento fornendo preziose informazioni sulle nostre performance: ogni podista dovrebbe averne uno!

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Ringraziamo Base Running Negrini Elettronica che ci hanno fornito gli strumenti della prova.