In forma per lo scialpinismo

Dai monti agli ambulatori fin sugli scaffali: il Doc arriva nelle vostre librerie con un volume sul training per gli alpinisti. Tante pagine quante le cime salite in questi anni…

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Il libro, edito da Mulatero, è stato realizzato in collaborazione con Ski-Alper (clicca qui per leggere l’articolo della rivista)

Non capita tutti i giorni di scrivere un libro, per lo meno a me, ecco perché l’uscita di “In forma per lo scialpinismo” è stato un momento di una certa emozione: la paura di non aver detto tutto quello che si voleva dire, il dubbio che si potesse fare di meglio, il piacere di avere tra le mani il “prodotto” di tante ore di lavoro, la gioia di poterne sfogliare le pagine.

Il libro, forse il termine è esagerato, è il frutto della passione per questo sport e delle esperienze vissute in montagna, analizzate sulla base di nozioni medico sportive. La valutazione delle qualità fisiche, l’allenamento, l’alimentazione, le patologie più comuni, i supporti tecnologici e l’aspetto mentale sono gli argomenti affrontati con l’obiettivo di fornire informazioni rapide ed essenziali per chi desidera progredire nella pratica di questo sport affascinante e complesso.

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Vitalia offre programmi di training personalizzati per ski-alper. Un esempio?
Il progetto “Obiettivo Mezzalama”  in collaborazione con Giorgio Villosio (qui)

Mi sono sforzato di far capire come funziona il “motore” umano, come bisogna controllarlo, come bisogna alimentarlo. Perché conoscere il corpo ci aiuta ad interpretarne i segnali alzando il livello di sicurezzapiacere nello sport. Così l’aspetto fisiologico dell’allenamento è centrale nel libro: senza un’adeguata preparazione fisica il rischio è più alto ed il divertimento minore.

Tutti i programmi di training sono sviluppati seguendo il concetto di progressione della difficoltà di esecuzione dei movimenti e prevedono un connubio di sedute di lavoro aerobico, rinforzo muscolare, stretching e mobilizzazione articolare (eccovi un assaggio qui). Gli esercizi sono descritti con  fotografie delle posizioni di partenza e arrivo e sono corredate da una sintetica didascalia. Le tabelle di allenamento di aerobico sono invece suddivise per periodi e presentano alternative indoor per chi non può allenarsi nella natura.

Questo libro è insomma un tentativo di guida pratica. Ho provato a raccontare quello che ho imparato sul campo, sempre a mie spese, cercando di seguire gli amici esperti e forti in montagna. Ho vissuto questa esperienza come un atto di gratitudine verso la montagna e le persone che mi hanno regalato tante giornate indimenticabili.

Se ne avete voglia, buona lettura.

[button color=”red” size=”small” link=”http://www.skialper.it/SkialpRace/Articolo/6172/in-uscita-il-nuovo-libro-in-forma-per-lo-scialpinismo.html”]Il volume non si trova in libreria. Puoi ordinarlo cliccando qui[/button]

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Nevica? Neverstopcycling!

Ecco un esempio di cosa si può fare sui rulli quando le strade diventano impraticabili.

Amici ciclisti, buon divertimento!!

1° seduta
4’ a P1 90-95 rpm
4’ a P2 90-95 rpm
2’ a P3 watt
2’ a P3 watt
1’ a P4 watt 90-95 rpm
2’ recupero a P2
2’ a P3
2’ a P 4
1’ a P 5 90-95 rpm
2’ recupero a P2
2’ a P3
2’ a P4
1’ a P5
4’ agilità e recupero a P1
2’ a P3 50-55 rpm con 1’ di recupero a P2 e 90 rpm x 5 volte
10’ a P3 e 90-95 rpm
3’ a P2

Cosa significano le Power zone:
P1: molto facile 20-30 battiti sotto soglia
P2: facile 15-20 battiti sotto soglia
P3: medio 10-15 battiti sotto soglia
P4: medio/duro 5-10 battiti sotto soglia
P5: duro fc di soglia

Dalle Alpi alla Liguria

News dai team Vitalia. Un nuovo progetto con le nostre girls e i progressi della squadra ski-alp. Per entrambi la parola d’ordine è: tecnologia. E allenamenti personalizzati ogni giorno grazie a Restwise.

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Le 4 girls, capitanate da RunningCharlotte, puntano alla Maratona di Roma

Due squadre, due obbiettivi, due programmi: i progetti Vitalia godono di buona salute e procedono spediti. Gennaio è stato speso per riorganizzare le forze, ed ecco dove siamo arrivati. Le 4 girls sono entrate nei due mesi pre-maratona, gli occhi puntati su Roma. Due di loro hanno corso la prima mezza di avvicinamento alla gara: la Mezza delle Due Perle di Santa Margherita. Un percorso vista mare mozzafiato, direzione Portofino e ritorno. Il tempo freddino ma soleggiato è stato ideale per correre bene. L’obiettivo non era quello di cogliere il PB ma di riprendere confidenza con i ritmi maratona, andando a ritrovare le sensazioni giuste per le lunghe distanze. Eppure il record c’è stato ed Elena con 1h37’ ha migliorato il suo PB, seguita ad 1’ da Sara che è rientrata alla grande.

Quindi sembra che, facendo gli scongiuri, talloniti e pubalgie siano passate… Purtroppo la “capitana Charlotte” è stata vittima di due giorni di febbre che l’hanno costretta a rinunciare. Conoscendola, tornerà più determinata che mai! Vale invece ha appena ripetuto il test di soglia con la misurazione del lattato. I risultati dicono che c’è un po’ da lavorare, soprattutto per alzare la velocità aerobica massima, per poi tornare ai ritmi dei lunghi con più efficienza. Il morale è alto e le ginocchia sembrano a posto. Le altre saranno testate mercoledì prossimo in modo da dare loro tempo di recuperare lo sforzo e l’influenza di domenica.

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Il team Montagna 360-Vitalia si sta allenando per il Mezzalama

Cambiamo panorami e… attrezzatura. Anche la squadra Montagna360-Vitalia è entrata nella fase “calda” della preparazione al prestigioso Trofeo Mezzalama che si correrà il 25 aprile. Sotto l’occhio esperto di Giorgio Villosio (ve lo presentiamo qui), Davide sta alternando uscite lunghe in montagna, gare notturne brevi e allenamenti in città di corsa e sui rulli. Paola sta guarendo dalla sua frattura al gomito e la settimana prossima dovrebbe rimettere gli sci. Ma questo periodo non è stato di riposo: ha alternato lunghe salite sulla neve con i ramponcini a sedute di allenamento sui rulli ad intensità elevata. Dalla scorsa settimana, Claudia la sta seguendo in sedute di rieducazione funzionale per accelerare il più possibile il suo ritorno in campo. Comunque, ogni allenamento è monitorato sui siti internet che raccolgono i dati dei cardio-GPS per consentire una valutazione dei risultati di ogni seduta (qui vi spieghiamo come funziona).

restwSu restwise.com si possono vedere i tutorial dell’app e scoprire come funziona

Ma la novità è l’utilizzo da parte di tutti gli atleti di un app, Restwise, che consente, attraverso l’inserimento di risposte a poche, specifiche domande, di avere un punteggio sul livello di prontezza ad affrontare il prossimo allenamento e quindi su come si è smaltito il precedente. In questo modo è possibile adattare ogni seduta all’effettiva capacità di recupero individuale. Ciò sarà fondamentale per ridurre il rischio di overtraining (che cos’è? ne parliamo qui) e di eventuali infortuni che sono più frequenti quando si parte già stanchi. L’idea di monitorare il grado di recupero del singolo atleta non è nuova: da molti anni si utilizzano diverse metodiche ma Restwise è probabilmente la soluzione più pratica, perché mi permette di tenere sempre sotto controllo gli atleti che seguo e di inviare loro il programma adatto alla giornata.

Ormai le possibilità offerte dall’hardware e dal software sono sconfinate, si tratta di abituarsi velocemente a sfruttarle al meglio.

Clicca qui per il blog di RunningCharlotte e il racconto dell’allenamento delle 4 girls.

Clicca qui per il blog Obiettivo Mezzalama, dedicato al training di Davide e Paola.

 

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Obiettivo Mezzalama

Tempo di presentazioni ufficiali: ecco a voi il nostro nuovo progetto per lo ski-alp e i suoi protagonisti. Obiettivo la regina delle gare.

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Anno dispari, anno di Mezzalama, la più fascinosa delle Grande Course, quella che è nei sogni di ogni skialper. Ma per farla servono allenamento, doti tecniche e conoscenza della montagna. E’ una gara che richiede ad una squadra di medio livello uno sforzo intorno alle 8 ore ad alta quota, con tanti cambi di assetto, con passaggi che necessitano di piede sicuro, e si possono presentare condizioni meteo difficili.

Da queste considerazioni è nato il progetto “Obiettivo Mezzalama”: portare due atleti amatoriali a vivere questa esperienza nel modo più sicuro e divertente possibile. Per raggiungere l’obiettivo abbiamo unito le competenze di Giorgio Villosio, guida alpina e agonista skialp di buon livello con partecipazioni a tutte le più importanti gare del circuito Grande Course alle spalle (ve lo presentiamo qui), alle mie di medico dello sport e metodologo dell’allenamento nonché skialper.

La squadra

Giorgio sarà quindi il caposquadra di un team composto da persone assolutamente “normali”, che lavorano e non hanno mai partecipato ad una gara di scialpinismo, ma con un’enorme passione per la montagna e gli sport di fatica. Lei, Paola Buzzetti, 44 anni, è un avvocato, mamma, trail runner e ciclista con un passato di quattrocentista, lui, Davide Vigliocco, avvocato, ciclista e podista. Entrambi sono sciatori di buon livello e praticano la montagna da diversi anni, spesso con Giorgio come guida. Con due così, ci sentiamo tranquilli, almeno dal punto di vista legale…

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Davide, Paola e Giorgio in una delle prime uscite del Team

Il percorso

L’avvicinamento al Mezzalama è un’alternanza di allenamenti a secco, con la bici e di corsa, di lavoro in palestra e di uscite con gli sci. Fin qui niente di nuovo. Il tutto però sarà pianificato in base alle caratteristiche individuali e monitorato su base settimanale grazie alla possibilità di analizzare i dati dell’allenamento con i cardio-gps da polso i cui dati sono scaricabili sul computer (qui vi spieghiamo come funziona). Questo consentirà di verificare l’andamento di ogni singola seduta e di aggiustare continuamente i volumi e le intensità degli allenamenti successivi.

Tecnica sulla neve

Giorgio si occuperà del resto e insegnerà alla squadra… a diventare una squadra, trasmettendo loro tutte le malizie necessarie per affrontare un percorso che quest’anno, con il cambio di direzione, si presenta ancora più difficile. La sua esperienza sarà fondamentale per pianificare al meglio le uscite sulla neve, per ottenere il massimo da ogni allenamento e per migliorare ed ottimizzare la tecnica sugli sci in fase di salita e discesa.

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Esercizi per la discesa

Come abbiamo iniziato

Come al solito, il primo passo è stata la visita medica per verificare le condizioni di salute generale e di forma di Paola e Davide. Quindi, oltre agli esami di routine, abbiamo svolto un test di soglia con la misurazione della frequenza cardiaca e del lattato ematico. Questa procedura, oltre ad individuare la Fc di soglia, permette di capire su quali intensità è più opportuno lavorare (ne parliamo qui). Per capirci, si deve interpretare la curva del grafico del lattato e della Fc per poter individualizzare gli allenamenti e decidere, ad esempio, se sia il caso di insistere sulla resistenza di base, o se sia più opportuno inserire dei lavori ad intensità elevata. Il “motore” dello skialper da Grande Course deve essere infatti preparato in modo da coniugare grandi doti di resistenza, fondamentali per coprire le lunghe salite, a doti di tolleranza al lattato, per far fronte a cambi di ritmo e di intensità che si presentano per superare un tratto particolarmente impegnativo e nelle lunghe discese. Sbagliare nei dosaggi dei carichi vanificherebbe mesi di preparazione.

Il primo periodo

La prima fase è iniziata alla fine di ottobre, con Paola e Davide che si sono presentati al test iniziale in ottima forma, vista la quantità di allenamento svolta nei mesi estivi. La massa grassa è su valori molto contenuti e le analisi ematiche sono perfette. Paola è pienamente guarita da una lesione muscolare occorsa a fine luglio e trattata con gel piastrinico (sapete che cos’è?) e adeguata fisioterapia per accorciare al massimo i tempi di recupero. Tutti e due hanno ottimi valori di soglia, che per giunta sono molto simili. Abbiamo perciò iniziato la programmazione delle sedute di allenamento che in attesa della neve si sono svolte alternando corsa in salita e bici. Anche l’alimentazione, sia nei giorni di allenamento, sia in quelli lavorativi è stata discussa e definita.

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Paola ha già ottenuto un ottimo risultato a Sansicario

Ottima partenza

Quest’estate Paola e Davide hanno affrontato con Giorgio la traversata del Castore per prendere confidenza con il percorso di gara e per impratichirsi con le tecniche di progressione con i ramponi su creste e pareti ripide che saranno importantissime visto la forte componente alpinistica del nuovo tracciato del Mezzalama. Intanto sono iniziate le prime uscite sulla neve con Giorgio a tirare il team ed a insegnare i trucchi del mestiere. Tutto procede secondo i piani: ogni lunedì si analizzano i dati delle sedute svolte e si programmano le successive. E si vedono i risultati: Paola ha partecipato alla sua prima gara, il Night&Winter Vertical Kilometer di Sansicario… è arrivata 4° a 1’ dal podio in una competizione resa durissima dalla prima parte a piedi e dalla nevicata dai 2000 m in su.

Ci divertiamo e condividiamo questa passione per lo sport, cosa potremmo chiedere di più?

[button color=”red” size=”small” link=”http://giorgio-villosio.blogspot.it/”]Segui il racconto del Training sul blog di Giorgio Villosio[/button]

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Garmin o Suunto?

Il cardio-gps è uno strumento fondamentale per ogni sportivo. Sul numero natalizio di Ski-Alper trovate i nostri test sulle novità Garmin e Suunto: ottima idea regalo! Ecco un estratto dell’articolo.

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Fenix 2 vs. Ambit 3

Le dimensioni sono quasi identiche, le funzioni… anche. Sono i due nuovi strumenti da polso di Garmin e Suunto: chiamarli cardio-gps sembra quasi riduttivo, viste le mille cose che fanno, e rappresentano l’ultima evoluzione delle rispettive linee Fenix e Ambit. Fenix è uscito qualche mese fa e mi ha accompagnato negli sport di tutta l’estate (ne avevamo già parlato qui), Ambit 3 è invece appena arrivato ma è stato subito messo in prova con lunghe gite in montagna, corse cittadine e giri in bici. La prima impressione per entrambi e che siano dei prodotti significativamente migliori rispetto ai loro predecessori.

Garmin

La funzionalità dei tasti è molto migliorata ed ora è quasi uguali a quella di Suunto. Anche il quadrante è nero con i numeri molto nitidi in ogni condizione di luce e al buio retroilluminati da una luce rossa molto “aggressiva”, che però non disturba la visione notturna. Alla prova pratica, lo strumento evidenzia migliore funzionalità dei pulsanti, maggiore velocità nel ricevere il segnale GPS, maggiore precisione nelle distanze. Il cardio effettua intoltre la misurazione delle dinamiche di corsa grazie all’accelerometro nella fascia cardiaca e la misurazione della distanza e delle bracciate in acque aperte.

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Una volta scelta l’attività che si vuole svolgere ed avviata la registrazione è molto facile “navigare” le pagine dei dati relativi allo specifico sport. Tali pagine dati sono completamente personalizzabili dall’utente sullo strumento stesso, senza bisogno di collegamenti a PC. Il processo è un po’ noioso m alla fine si ha il “cruscotto” della propria performance completamente sotto controllo. Tutto facile da visualizzare, andando in avanti ed indietro con i pulsanti di sinistra. Infine c’è l’upload automatico dei dati su Garmin Connect tramite Garmin express e la perfetta compatibilità su Strava.

Cosa non ci piace

Il salvataggio di un’attività fatta o il richiamo di una traccia o di un allenamento sono lenti e richiedono svariati secondi. La previsione dei tempi sulle distanze 5-10-mezza e maratona sembra ottimistica. La personalizzazione delle pagine dati richiede pazienza e non è molto intuitiva, sarebbe meglio poterla fare anche da PC. Le funzioni Bluetooth, grazie alle quali è possibile vedere le chiamate ed i messaggi in arrivo sul telefono, escludono l’utilizzo del cardiofrequenzimetro.

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Suunto

Il nuovo Ambit 3 Peak è appena arrivato sul mercato italiano. E’ stato quindi necessario metterlo subito alla frusta per tirare fuori le caratteristiche del prodotto e compararlo al rivale. Forma molto simile a quella dei precedenti prodotti, display identico, visibile.

Allora pronti e via, grazie ad una previsione meteo perfetta il test è stato condotto in montagna percorrendo un trail di circa 20 km, pedalando su strada per 90 km e correndo in città per 10 km. L’impatto generale è stato ottimo: le funzioni dei pulsanti sono invariate rispetto ai modelli testati in primavera e ciò ha contribuito ad una partenza “facile”.

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DocTest

Lo strumento si rivela subito molto veloce e reattivo nel “sentire” le variazioni di velocità grazie alla tecnologia fused speed and fused alti, in cui le misure sono ottenute correggendo il segnale GPS con gli input dell’accelerometro. Se ciò è positivo per quanto riguarda le andature in bici, è meno gradevole quando si sale a piedi o con gli sci e si vuole avere un riferimento sulla propria VAM.  Anche Ambit offre la molto pratica funzione track back che permette di visualizzare la traccia per tornare al punto di partenza.

I dati vengono scaricati su Movescount che permette di accedere alla personalizzazione dello strumento selezionando lo sport e i dati relativi ad ogni schermata. Infine, la possibilità di sincronizzazione dell’Ambit con l’app Moveslink consente di vedere sullo schermo le chiamate ed i messaggi in arrivo, ciò vuol dire che se il telefono squilla nello zaino si può decidere se sia il caso o no di rispondere dando un’occhiata al display dell’orologio.

Cosa non ci piace

La visibilità dello schermo non è ottimale in condizione di luce debole. La VAM varia troppo velocemente. Le videate dati si possono scorrere solo in avanti e quindi per ritornare ai dati della pagina precedente bisogna passare attraverso tutte le altre.

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Conclusioni

Sono due strumenti potenti e molto simili. Il display di Garmin è più nitido e leggibile anche con luce forte. Suunto rimane sensibilmente più veloce nell’agganciare i satelliti per la posizione. Come al solito, provandoli sullo stesso percorso, si evidenziano piccole differenze di distanza (poche decine di metri su 15-20 km. ), i dislivelli registrati su percorsi lunghi sono pressoché identici. Le velocità rilevate sono coincidenti nelle medie al km ed in quelle riportate sul pc, restano invece molto fluttuanti le velocità istantanee.

Sembra che la tecnologia fused speed di Ambit renda il dato più reattivo, è però anche vero che se guardando l’orologio durante la corsa si tiene fermo il braccio, la velocità tende a scendere proprio perché viene a mancare il segnale dell’acceleromentro che è nello strumento stesso. Garmin non usa questa tecnologia ma ha dotato Fenix di una fascia con sensore cardiaco e accelerometro. I calcoli sulle dinamiche di corsa vengono quindi fatti in base al segnale rilevato sugli spostamenti del tronco.

Conclusioni? Chiedete a Babbo Natale un cardio-gps

Difficile dare un giudizio sull’utilità di tali dati, quello che si può evidenziare è che con l’affaticamento aumentano i tempi di contatto dei piedi al suolo e diminuisce la frequenza dei passi. Comunque tutto ciò si va ad aggiungere ai dati di fc e velocità e contribuisce a completare il quadro della prestazione.

Suunto mostra, collegandosi a Movescount, anche i valori di frequenza respiratoria e variabilità cardiaca (un parametro che è calcolato in base alle variazioni del tempo tra un battito e l’altro). Per essere compresi, tali dati richiedono una buona base di fisiologia dell’esercizio ma sono utili per interpretare meglio gli effetti dell’allenamento e per calcolare i tempi di recupero. Sia Ambit che Fenix elaborano le ore necessarie per recuperare dallo sforzo (mai sottovalutare il riposo! Ne parliamo qui).

La programmazione dei percorsi è abbastanza facile sia con Garmin che con Suunto ma non sembra che questa funzione sia molto utilizzata dagli sportivi. Alla fine dei fatti, dichiarare un vincitore è arduo, sono due oggetti molto belli e molto utili a tutti quegli sportivi che praticano molteplici attività all’aperto e che vogliono, oltre che tener traccia dei propri allenamenti, anche avere dei dati su cui valutare la propria performance. La quantità di informazioni disponibili, la possibilità quasi infinita di personalizzazione e i software a cui possono essere collegati richiedono un utilizzatore motivato e con un minimo di predisposizione alla tecnologia.

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Ready to rock and rulli!

Arriva il freddo. E lo lasciamo ai campioni. Buoni motivi e buoni consigli per allenarsi con i rulli.

181954041-2de60bb3-4c65-4398-b18f-6ea629e55351 Vincenzo Nibali al Giro d’Italia 2013

I rulli sono noiosi ma i rulli fanno bene, dicono i ciclisti esperti. Se poi si vive in zone dove l’inverno picchia duro o se il lavoro non consente di allenarsi nelle ore di luce, le alternative sono poche: o ci si allena sui ciclosimulatori o ci si rassegna ad arrivare alle prime gare in ritardo di forma.

I rulli hanno, in effetti, molti vantaggi e permettono di svolgere un allenamento di altissima qualità per molti motivi. Permettono di monitorare con precisione il lavoro fatto. Non ci sono discese o vento da dietro ad aiutarci e quindi un’ora di rulli equivale ad un lavoro di circa due ore su strada. Consentono di organizzare la seduta in fasi finalizzate a qualità specifiche con carichi e tempi molto precisi, cosa molto difficile da realizzare su strada.

Ora che vi siete convinti, andiamo a pianificare il lavoro da fare.

Come organizzare l’allenamento

Se pensiamo che allenarsi sui rulli significhi pedalare per 50-60 min. combattendo la noia, siamo sulla strada sbagliata. L’allenamento indoor deve essere studiato con esattezza e solo così diventerà efficace e anche divertente o quanto meno stimolante. La prima parte della seduta sarà come sempre dedicata al riscaldamento e durerà almeno 10-15 min., meglio se condotti a ritmo progressivo. Seguirà la fase centrale in cui si collocano i lavori specifici che saranno scelti in funzione del periodo: ripetute alla soglia, al medio, sprint ripetuti, progressioni, medio e salite forza-resistenza. La fase finale avrà lo scopo di defaticare e di allenare la simmetria e la rotondità di pedalata.

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Il cardiofrequenzimetro è indispensabile per un buon allenamento. Qui il test del nuovo Garmin

Tipi di ciclo simulatori

Perché il lavoro sia efficace, il ciclosimulatore deve essere scelto con accuratezza. Ne esistono fondamentalmente di due categorie: quelli su cui si monta direttamente la bici e quelli che prevedono lo smontaggio della ruota posteriore. Entrambe le categorie hanno vantaggi e svantaggi e sarà il ciclista a scegliere in base alle proprie esigenze. Chi pedala sulla Mtb dovrà però optare per la seconda categoria, perché i ciclosimulatori del primo gruppo non possono essere utilizzati con una copertura tassellata. Quale che sia la scelta, ci si deve comunque accertare che si possa dosare la resistenza per potersi allenare al wattaggio prefissato in ogni fase, che ci sia un display su cui visualizzare tempi, cadenza di pedalata e frequenza cardiaca, meglio se l’attrezzo può essere collegato al pc o ad un tablet . Infine, l’ambiente dove ci si allena non deve essere troppo riscaldato e davanti al nostro attrezzo si dovrà piazzare un potente ventilatore: in un allenamento indoor si suda moltissimo e il flusso d’aria consentirà di mantenere un’intensità più alta. Avevamo già dato qualche suggerimento in proposito, date un’occhiata qui. 

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Prima di una crono il warm up sui rulli è d’obbligo

Il servizio di Vitalia e Max Testa Training

Si è detto che la precisione dell’allenamento è il vantaggio principale. Per far sì che ciò sia vero è però fondamentale conoscere i propri valori e cioè la propria potenza al fondo lungo, al medio ed alla soglia. Per misurarli, si deve effettuare un test con misurazione del lattato ematico e della frequenza cardiaca, al termine del quale si avranno tutti i dati per personalizzare l’allenamento. Il test di Vitalia, condotto su ciclosimulatore, soddisfa questa esigenza (qui vi spieghiamo come funziona).

Ma la vera novità di quest’anno è l’offerta di programmi di allenamento studiati da uno dei più esperti medici dello sport e metodologi dell’allenamento del mondo del ciclismo pro: Max Testa. Vi ricordate i suoi commenti da Tour, Giro, e Mondiali? Ci aveva svelato i “segreti” delle gare in anteprima. E la sua storia? Andate a rileggere l’intervista, il suo curriculum mette i brividi.

2014 Tour Down Under - Stage 3

Cadel Evans è uno degli atleti allenati da Max Testa

Il dott. Testa, con i suoi 25 anni nel ciclismo di vertice e le vittorie nei campionati del mondo, nei giri d’Italia, nei Tour de France e nelle classiche, è un’autorità di assoluto livello. Ora la sua esperienza è a disposizione dei ciclisti amatoriali grazie ad i suoi programmi di preparazione indoor. Ne sono offerti sono tre: blocco di transizione, per il periodo autunnale, blocco di costruzione, per il periodo invernale, blocco di preparazione, per il mese precedente le gare. Ognuno si basa su sei settimane con due sedute di un’ora, più due eventuali sedute di 90 min. nel week end, se non è possibile andare su strada.

Max Testa garantisce miglioramenti dal 10 al 20% , e se lo dice lui…

Per il vostro allenamento personalizzato, contattateci via mail o allo 011/19.50.8753.

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Maratona mon amour

E’ arrivata la stagione della corsa. E per qualcuno il giorno più bello dell’anno: la maratona. Tutti i consigli del doc per godersela al meglio. E tagliare il traguardo…

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Si è appena disputata la maratona di Chicago

L’autunno è la stagione calda del maratoneta: le grandi classiche in Italia ed all’estero si corrono proprio tra ottobre e novembre. Infatti nel mondo dei runners tutto gira intorno alle prossime domeniche: Chicago e Amsterdam sono andate da poco e dietro l’angolo ecco Venezia e New York, a seguire Torino, il 16 novembre (eccovi tutte le info) ed in coda Firenze (l’obiettivo delle nostre girls: qui vi raccontiamo il loro allenamento).

Nonostante tra i non-runner NY sembri la GARA per eccellenza e chi l’ha fatta venga considerato un eroe, TUTTE però misurano 42,195 km e TUTTI quelli che le corrono e le finiscono sono MARATONETI.

42 km: una distanza che fa tremare le gambe a chi non l’ha mai corsa e che fa rivivere mille ricordi a chi l’ha già sostenuta. Un viaggio sulle gambe, un impegno che conclude mesi e mesi di preparazione, di sacrifici, di tempo rubato alla famiglia, agli amici, al sonno. Quando si percorrono gli ultimi chilometri prima del traguardo si rivede il film di tutto quello che si è fatto prima e anche per i più cinici l’emozione è grandissima.

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Alex Zanardi, plurimedagliato alla Venice Marathon, quest’anno sarà testimonial del Charity program

Che dire allora a quelli che tra poco saranno allineati in partenza? Poche cose semplici.

Innanzitutto, il giorno della gara non si deve inventare nulla, la maratona si sceglie con il cuore ma si corre con la testa e le gambe. Quel giorno tutto deve essere già deciso e provato nei lunghi degli ultimi due mesi: l’alimentazione, che deve essere curata già negli ultimi 2-3 giorni, le scarpe e l’abbigliamento, il ritmo da seguire sin dall’inizio, la frequenza cardiaca su cui regolare lo sforzo.

Dal momento del via bisogna avere in testa un mantra: correre con il maggior risparmio possibile di energia! Facile a dirsi, meno facile a farsi. All’inizio ci si sente bene, pieni di energia, la gente intorno va e c’è la voglia di allungare il passo: dentro di noi si fa sentire una vocina, dice “vai che fai il tempone!”. Bisogna zittirla!

Se nei lunghi abbiamo visto che la nostra velocità di gara dovrà essere, diciamo di 4’45”, per nessuna ragione dovremo cedere al desiderio di fare qualche secondo in meno. Ne pagheremo lo scotto più avanti, e con gli interessi. Questa euforia ci può anche portare a variazioni di velocità o di direzione per superare i concorrenti più lenti: questi cambi tagliano le gambe, vietato farli, meglio guardare avanti e “guidare” regolari anticipando le situazioni con correzioni “morbide”.

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In gara è fondamentale rispettare il cronometro. Vietato farsi prendere dall’entusiasmo

Sin da subito occhio alla velocità al km ed alla frequenza cardiaca che sono il nostro contachilometri e contagiri. Dopo il 10° km di solito le cose si tranquillizzano e fino al 25-28° km tutto procede normalmente. Il gruppo è sgranato, i ristori meno affollati e si va…

Dal 28-30° km inizia la gara. Quella contro il nostro corpo, che ci fa notare (e in modo piuttosto sgarbato) la presenza di muscoli che non avevamo mai saputo di avere: non possiamo fare di niente di più che stringere i denti. Chilometro dopo chilometro.

Se fin qui però abbiamo corso bene, inizieremo a “raccogliere” i molti che hanno peccato di ottimismo e che ora stanno andando in riserva. Questi sorpassi ci galvanizzeranno e ci sentiremo fortunati rispetto a quelli che stanno rallentando.

Allora avanti, sino alla fine! Andiamo a tagliare questo traguardo e portiamo a casa un successo che è solo nostro. In un mondo di compromessi e accomodamenti, la Maratona è qualcosa di solo nostro.

In bocca al lupo Runners!

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Super dieta super runner

Si avvicina l’appuntamento di Firenze il programma si fa più intenso. Le ragazze (ve le presentiamo qui) si preparano a difendersi dall’autunno con i consigli del dott.

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Si allungano le distanze: Charlotte ed Elena hanno corso pochi giorni fa la mezza del Cus.
FOTO CUS TORINO

La maratona è a meno di due mesi, i km aumentano, la pioggia e la temperatura renderanno più impegnativi gli allenamenti. Ma le girls non mollano, anzi, migliorano settimana dopo settimana (date un’occhiata al diario di bordo di Charlotte: qui).

È ora però di potenziare le loro difese per ridurre il rischio di infortuni e malanni che potrebbero buttare all’aria tutti gli sforzi di questi mesi.

È infatti noto che una regolare attività fisica riduce la produzione di radicali liberi, quelle scorie che provocano invecchiamento dei tessuti, ma sappiamo anche che un allenamento duro e prolungato la sviluppa, incrementando anche lo stress ossidativo. Ciò comporta una maggior predisposizione alle infezioni: banali raffreddori, tracheiti, influenza e alle lesioni muscolo-tendinee. E si, perché alla fine, l’aumento di allenamento fa diventare l’atleta più performante ma anche più fragile.

People running in the autumn race

Decidiamo perciò di prevenire e di “rinforzare” le girls con un’integrazione finalizzata al nostro programma. Infatti la filosofia è quella di mantenere lo stato di salute ottimale evitando l’insorgenza di patologie.

Ecco allora due domande: come fare “scorta” di queste sostanze? Si trovano già sulle nostre tavole? Sì, ma il vantaggio di assumerli come integratori è dovuto al fatto che per raggiungere una dose settimanale efficace bisognerebbe mangiare tantissimo pesce e tantissimi frutti di bosco. Le dosi consigliate sono infatti di 3-4 g di Omega 3 e di 2-3 capsule di Maqui, l’equivalente di 15 porzioni di salmone a settimana e di 2 tazze di mirtilli al giorno.

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A questo punto, che marca di integratori scegliere? Evitare risparmi stupidi. Prodotti come quelli di Enervit sono di purezza certificata e ciò riveste grande importanza: analoghi più economici presentano elevate quantità di elementi tossici come PCB e diossine.

Ma attenzione, alla base di tutto dobbiamo ricordare che gli integratori vanno a completare una dieta ricca di proteine di qualità, frutta, verdura e grassi vegetali e con un utilizzo di carboidrati finalizzato a fornire le energie necessarie agli allenamenti. Se mangiamo zuccheri e grassi in grande quantità non c’è integratore in grado di fare miracoli.

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Ponferrada, tutti contro Tony Martin

I Mondiali di Ciclismo stanno entrando nel vivo: proviamo a imparare qualcosa (questo, ad esempio) e godiamoci lo spettacolo. Intanto, se siete curiosi, vi portiamo dietro le quinte…

Cycling: Road World Championships 2014 / TTT Men Elite

Il tedesco Martin è l’avversario da battere

Raggiungiamo come al solito al telefono il nostro amico e collaboratore Max Testa, responsabile medico del team BMC, per avere notizie fresche da chi la gara la sta vivendo in diretta. Sono le 9 di mercoledì mattina, tra qualche ora parte la crono del mondiale e Max ha appena finito di controllare con i corridori che tutto sia a posto. Ci dice che è piovuto tutta la notte e che il tempo potrebbe ancora offrire degli scrosci in grado di influenzare la corsa.

Domanda scontata, chi è il favorito?

Tony Martin su tutti, seguito da Wiggins. Poi i nostri BMC: Teejay Van Garderen e Rohan Dennis potrebbero andare sul podio.

Già domenica avete dimostrato di essere in gran forma, con la vittoria della crono a squadre per team.

Si, abbiamo fatto una grande gara. Avevamo alla fine pochi corridori per fare la squadra per le assenze di Phinnej, Evans e Gilbert e allora abbiamo costruito un gruppo molto affiatato facendo due sessioni di allenamento specifiche (di quattro giorni)  nell’ultimo mese. Abbiamo guardato molto l’SRM.

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La Bmc ha vinto la gara di domenica

Cioè?

Il concetto è che ogni volta che sei in testa devi tirare 600 watt per 15”. In gara invece si deve stare a 52-53 km/h in pianura. Ognuno deve spingere allo stesso modo per rendere costante la velocità, i più forti danno piuttosto il loro contributo tirando qualche secondo più degli altri in modo da non creare strappi alla velocità e permettendo a chi è è più debole di mantenere il ritmo. Il nostro allenatore Marco Pinotti ci ha aiutato molto nel creare la squadra con l’occhio esperto dell’ingegnere e dell’ex cronoman. Infine abbiamo una bicicletta superiore in aerodinamica e guidabilità e quindi …dovevamo vincere.

E domenica?

Domenica percorso con due salite: una corta e ripida di 800 m al 10-12% e l’altra più graduale di 3,5 km. Come tutti i mondiali saranno le squadre a fare la corsa dura. Molti corridori pensano che i velocisti non arriveranno perché si farà selezione prima. Certo che noi puntiamo su Tejay, Gilbert e Van Avermat.

Tu su chi scommetteresti?

Mah, i soliti: Valverde, Rodriguez, Nibali e Visconti.

Alimentazione e abbigliamento: ci sono novità?

Tutto invariato. Al mondiale non si sperimenta nulla. Poi ci sarà la variabile del tempo ad aggiungere incertezza.

[button color=”red” size=”medium” link=”http://www.vitalia-informa.it/rulli-si-grazie/”]Max Testa da ottobre fornirà la sua collaborazione a Vitalia per l’elaborazione di programmi di allenamento personalizzati sui rulli. Stay tuned![/button]

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Garmin Fenix 2: tested & approved!

Garmin Fenix 2 alla prova del dott. Il cardiofrequenzimetro è un must per gli atleti Vitalia: per un buon training, si sa, è vietato improvvisare

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Dai primi di giugno ho al polso il nuovissimo Garmin Fenix 2, cardio gps evoluzione del famoso Fenix 1 che avevo avuto in test per tre mesi tra la fine dell’inverno e la primavera. A dire il vero, il Fenix 1 non mi aveva entusiasmato: lento nel prendere il segnale, un po’ complicato nella gestione delle funzioni, poco pratico per l’uso quotidiano di chi corre. Niente di convincente, insomma, a parte un apprezzabile lavoro di cosmesi grafica: quadrante nero, retroilluminazione rossa (peraltro fighissima). E’ logico quindi che le mie aspettative per il nuovo arrivato fossero tiepide. Invece… la musica è cambiata e molto: Garmin ha saputo migliorare in maniera sostanziale. 

Così ci piace

Maggiore velocità nel ricevere il segnale GPS, maggiore precisione nelle distanze, misurazione delle dinamiche di corsa grazie all’accelerometro inserito nella fascia cardiaca, migliore funzionalità dei pulsanti, misurazione della distanza e delle bracciate in acque aperte. Insomma un prodotto migliore! 

In questi mesi l’ho messo alla prova praticando escursioni, ciclismo, corsa, trail, nuoto.  Prima di cominciare un po’ di personalizzazione delle pagine dati per visualizzare i numeri che più mi interessano e via. Verdetto pienamente soddisfacente: il computer è affidabile e si è adattato in maniera egregia alle varie attività.

Interessanti i dati sulle ore di recupero necessarie dopo l’allenamento e sulla capacità aerobica stimata. La precisione nel misurare le distanze, verificata con il GPS dell’Iphone, c’è. Anche i dislivelli sono calcolati correttamente. In mare, ho invece avuto distanze imprecise.

Cosa non ci piace

Il salvataggio di un’attività fatta o il richiamo di una traccia o di un allenamento sono lenti e richiedono svariati secondi. La previsione dei tempi sulle distanze 5-10-mezza e maratona sembrano ottimistiche. La personalizzazione delle pagine dati richiede pazienza e non è molto intuitiva, sarebbe meglio poterla fare anche da pc. Le funzioni Bluetooth, grazie alle quali è possibile vedere le chiamate ed i messaggi in arrivo sul telefono, escludono l’utilizzo del cardiofrequenzimetro.

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Conosci te stesso

Infine c’è l’upload automatico dei dati su Garmin Connect tramite Garmin Express e la perfetta compatibilità su Strava. Su queste piattaforme software è facilissimo analizzare i risultati di ogni allenamento e tenere conto del volume e dell’intensità del lavoro su base giornaliera, settimanale e mensile. Forse è proprio questo il vantaggio di usare quotidianamente uno strumento così: acquisendo continuamente informazioni sull’allenamento ci si migliora, si impara meglio come gestire le sedute e che risultati attendersi.

Per chi

Il Fenix 2 è perfetto per gli appassionati di sport nella natura, a 360°. E’ sempre utile: di corsa o in bici, nuotando o correndo in un bosco, sciando o facendo una semplice camminata. Offre una quantità incredibile di dati e, in alcune situazioni, contribuisce in modo decisivo alla sicurezza grazie alla possibilità di visualizzare e seguire la traccia per tornare al punto di partenza. Se invece siete solo runners o ciclisti prendete un modello dedicato, sarà tutto più semplice.

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