Lo sport non ammette scuse

Volevamo scrivere un post sui mondiali di atletica. Un post che fosse di gioia per un podio, per una medaglia, per un atleta Italiano.
Nulla da fare.
Abbiamo dovuto smaltire la delusione per qualche giorno prima di esprimere un commento.
A questo punto la considerazione è che lo sport è onesto: premia chi lavora, chi programma, chi è competente. Non ammette scuse.
Le medaglie, quelle delle Olimpiadi e dei Mondiali, le porta a casa chi si prepara con professionalità.
La professionalità non è solo degli atleti ma di tutto uno staff che deve essere la somma di tante competenze: metodologica, tecnologica, nutrizionale, biomeccanica, medica.
Non basta più il talento del singolo.
Il tempo per Rio è poco.
E’ triste dirlo ma lo sport non ammette scuse.
Ma questo è il bello dello sport: l’unico ambiente dove la dialettica e lo storytelling non servono.
Per questo amiamo lo sport come scuola di vita.

In diretta dal giro. Max Lelli ci racconta la corsa dal suo punto di vista

Ok, sentiamoci subito dopo il Processo: Max Lelli risponde al volo con un what’s app e l’appuntamento è fissato.

Appena finito la trasmissione, dove ha commentato con la solita esperienza e competenza la tappa odierna, lo chiamiamo per scambiare qualche opinione con chi il Giro lo sta vivendo da dentro tutti i giorni dopo averne corsi tanti da protagonista.

 Che ne pensi del percorso?

Bello . Ben disegnato e duro,  anche le tappe di media importanza non concedono spazio al rilassamento con discese tecniche e salite che si prestano ad attacchi improvvisi.

Aru o Contador?

contador aru

Il cuore ci fa tifare per Aru, ma Fabio non sta molto bene: due giornate storte e una faccia non bellissima. Adesso c’è la crono davanti..e quella non è una tappa per lui. Speriamo si riprenda velocemente

Contador è al 95% ma sta giocando per mettere pressione sugli altri. Anche se la spalla ha preso una bella botta non mi sembra che faccia fatica a muoverla, forse ci sta giocando un po’ al livello tattico.

Che novità tecniche ci sono?

Qualche squadra sta usando il cambio ad impulso elettronico wi-fi della SRAM. Per il resto non ho notato niente di rivoluzionario rispetto allo scorso anno.

Piuttosto c’è da evidenziare la posizione dei ciclisti in bici con grandi dislivelli tra sella e manubrio per migliorare l’aerodinamica. Quasi tutti hanno un differenziale di 15 cm. che richiede grande flessibilità dei femorali e forza nei muscoli lombari.

Cosa vedi dall’interno

Tanti errori tattici delle squadre, che Richie Porte non avesse nessuno vicino… E’ una regola: vicino al campione deve sempre pedalare un gregario di taglia simile che sia pronto a dare la sua bici al capitano se succede qualcosa.

E poi, il ciclismo di adesso è innegabilmente più pulito. Il passaporto biologico e i tempi sulle salite storiche lo dimostrano: con bici più leggere , si sono allungati.

Grazie Max, ci vediamo al Sestriere per la tappa più dura del giro.

Nevica? Neverstopcycling!

Ecco un esempio di cosa si può fare sui rulli quando le strade diventano impraticabili.

Amici ciclisti, buon divertimento!!

1° seduta
4’ a P1 90-95 rpm
4’ a P2 90-95 rpm
2’ a P3 watt
2’ a P3 watt
1’ a P4 watt 90-95 rpm
2’ recupero a P2
2’ a P3
2’ a P 4
1’ a P 5 90-95 rpm
2’ recupero a P2
2’ a P3
2’ a P4
1’ a P5
4’ agilità e recupero a P1
2’ a P3 50-55 rpm con 1’ di recupero a P2 e 90 rpm x 5 volte
10’ a P3 e 90-95 rpm
3’ a P2

Cosa significano le Power zone:
P1: molto facile 20-30 battiti sotto soglia
P2: facile 15-20 battiti sotto soglia
P3: medio 10-15 battiti sotto soglia
P4: medio/duro 5-10 battiti sotto soglia
P5: duro fc di soglia

Buon Natale

Siamo arrivati a questo Natale ’14.
Ci siamo arrivati correndo, pedalando, scalando, sciando, recuperando da un intervento, perdendo i chili di troppo, guarendo dal mal di schiena, recuperando una spalla. Ci siamo arrivati insieme.
Voi con i vostri obiettivi, noi con quello che sappiamo fare per permettervi di raggiungerli.
Come si dice in questi casi, è stato un anno intenso. Ma ogni anno deve esserlo, altrimenti che senso ha viverlo?
E’ stato un anno in cui il lavoro di Vitalia è ancora cresciuto per la fiducia che ci avete accordato e di questo, soprattutto, siamo orgogliosi e felici.
Adesso godiamoci tutti qualche giorno di tranquillità e serenità.
Per carità non andiamo in letargo, continuiamo a muoverci, ma in modalità relax.
Tra un pranzo ed una colazione, una camminata o una corsetta non possono che farci un gran bene, ma senza tabelle, ritmi e obiettivi.
Poi arriveranno i giorni del nuovo anno e i prossimi obiettivi prenderanno forma.
Se servirà, saremo felici di aiutarvi ancora a raggiungerli.

Buon Natale e un grande abbraccio a tutti.

Doc

Integratori e certificazioni

Ha suscitato molto interesse un articolo pubblicato qualche giorno fa sulla nuova dieta autunnale delle nostre girls. Come al solito, i miei interventi sul blog hanno uno scopo divulgativo e si guardano bene dal fornire indicazioni specifiche che richiedono un’indagine approfondita sulla persona. In una parola: non diamo ricette, programmi, o diete generiche online, ma solo in ambulatorio a chi visitiamo. Ed è il miglior modo di tutelare la salute di chi ci legge.

Nel pezzo, consigliando l’utilizzo di integratori (ma solo in presenza di un’alimentazione corretta), raccomandavamo buon senso negli acquisti. Capita infatti (non sempre, certo, come in tutti i settori) che risparmiando si perda in qualità. Così abbiamo citato un brand, i cui prodotti, a fronte di ricerche scientifiche, sono risultati di buon livello.

La precisazione infatti si riferisce alla certificazione di qualità (eccola qui)  ottenuta dal prodotto menzionato, omega 3 rx, rilasciata da un ente terzo, la “Noutrasource Diagnostic”, della canadese University of Guelph. Tutte le aziende possono accedere a tale certificazione sottoponendovi i propri prodotti e farlo dimostra il desiderio di offrire trasparenza ai consumatori.

In attesa di approfondire il capitolo e spiegarvi bene i meccanismi biochimici che sono alla base di questo tipo di integrazione (datemi il tempo di tornare in studio, lunedì, e recuperare qualche dato) buone corse e buon week end!

Doc

Un mondo Ultra

Una gara dietro l’altra, un record dietro l’altro, sempre più veloci, sempre più estremi.

I protagonisti del trail running aggirano il Bianco, corrono sui colli della Val d’Aosta, cavalcano il sentiero Roma, volano sui ghiaioni dolomitici.

Dietro di loro, in fila indiana, una moltitudine crescente di emuli che sognano Kilian e Emelie.

Quanti sono, quanti di loro sono effettivamente in grado di compiere le stesse imprese, quanti rischiano, quanti si procurano dei danni?

Difficile dare delle risposte, impossibile tirare una riga e dire tu sì, tu no. Ognuno si costruisce una sua linea di difesa/giustificazione molto razionale e sostenibile.

C’è la fisiologia, certo, che con i suoi numeri dovrebbe mettere ordine. Ma nell’universo dell’ultra fatica c’è dell’altro.

C’è la capacità di soffrire, c’è il desiderio di soffrire e di superare la sofferenza, c’è la voglia di affrontare la distanza ed il dislivello a mani nude, c’è la passione per quelle albe, quei tramonti, quelle notti.

C’è il desiderio di tornare animali, a muoversi nell’ambiente, astuti, forti, resistenti.

Io li guardo, li ascolto, li capisco. Ma forse non li condivido fino in fondo.

La mia mente aridamente fisiologica mi riporta sui numeri. Fa bene spingere il motore per 30-40-50 h. di fila? Fa bene pestare su ginocchia, anche e caviglie per migliaia di metri in salita ed in discesa?

Ne sappiamo ancora poco, ma qualche studio sui danni (perlopiù transitori) al cuore inizia a girare, qualcosa sullo stress ossidativo e sui radicali liberi (le scorie che il nostro motore produce quando è sotto sforzo) si conosce. Di tendini e cartilagini usurate non ne parliamo neanche.

Eppure nessuno si ferma. Anzi, proprio in questi giorni c’è uno che ha deciso che di Tor ne fa due.

Ancora un’altra considerazione, sarò un esteta, ma a me vedere uno che si trascina a 3 kmh su un sentiero non ispira, Kilian si.

Allora cerchiamo delle alternative che siano nella nostra dimensione: un trail di 20 km e 1500 m. di dislivello può essere una bella alternativa al lungo della maratona e si risolve in poche ore. Preserviamo il privilegio di muoverci negli ambienti che amiamo, ma rispettiamo i nostri limiti ed il nostro corpo, ne abbiamo uno solo, e non è tanto facile aggiustarlo.

Sabato parte il Tor. Saremo lì a seguire sul web i primi.

Quelli che ci mettono una settimana, perché non lo fanno in 8 giorni dormendo tutte le notti in rifugio e godendosi i panorami?

Buone corse

Doc

Pensieri di metà agosto

Lo ammetto: la mia è una deformazione professionale. Guardare la gente, osservare come si muove, annotarne l’aspetto fisico, la postura, il sovrappeso, la muscolatura, tutto ciò mi riporta sempre ad una considerazione finale: siamo quello che mangiamo e quanto ci muoviamo.

Sull’onda di questi pensieri la vacanza agostana è un incredibile osservatorio. Gli abiti cittadini,  di solito sapientemente  scelti per migliorare il nostro aspetto, lasciano il posto ad un abbigliamento che ben poco si presta a coprire i difetti di ognuno di noi. E allora eccoci al mare, in montagna, al lago a esibire il nostro corpo. E qui le differenze tra chi ama muoversi e chi predilige una vita “contemplativa” emergono prepotenti.

In montagna, la quota e la distanza dall’ultimo parcheggio selezionano le diverse tipologie di vacanzieri in base alla fatica: in alto gli sportivi, attrezzati, magri, scattanti. A mezza montagna quelli non più giovanissimi, la famiglie attive con i bambini. Vicino ai parcheggi, i merendari che con la macchina conquistano la piazzola vicino al rifugio/ristorante dove consumeranno un lauto pasto. Tutto regolarmente ed inversamente proporzionale alle calorie spese.

Al mare la situazione varia di poco. Kajak, windsurf , beach volley, corse all’alba o al tramonto per alcuni. Verande ristorante, happy hours, menu degustazione per gli altri.

Queste sono le vacanze. Quelle in cui tutti possiamo disporre del nostro tempo libero.

Poi, quando torneremo a lavorare, sentirò di nuovo i problemi di metabolismo lento, di ritenzione idrica, di mancanza di tempo.

Eh già!

Buon Ferragosto

Doc

Happy Birthday to me!

Al giorno d’oggi non è facile far finta di niente con gli anniversari. Condividere la propria vita sul web significa anche accettare di far sapere a tutti quanti anni hai.

A me non pesa, anzi, per celebrare il mio 57° compleanno ho chiesto a Luci e Marco di costruirmi un angolino nel blog per poter esprimere in diretta e senza filtri le mie idee.

Dato il mio anno di nascita è ovvio che non sia un “digital native”, comunque l’idea di poter parlare di quello che mi viene in mente, in maniera così diretta, mi affascina e quindi parto con questa roba nuova.

Il mio angolo privato di blog si chiamerà Doc’s Corner. Certo che l’idea di diventare un blogger un po’ mi spaventa. Non credo che in questo mondo così affollato di comunicazione si sia sentita la mancanza dei miei pensieri/riflessioni/commenti.

E quindi mi chiedo: ma chi me lo fa fare?

Diciamo che interpreto l’idea di avere un blog come un impegno a trasmettere delle idee indipendenti e personali, che nel mio intento potrebbero aiutare i lettori a stare meglio muovendosi e seguendo uno stile di vita più semplice e sano.

Nei prossimi mesi spero di riuscire a usare bene questo strumento e di trovare degli spunti interessanti di cui parlare.

A presto

Doc